Massawa
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E Cari amici, il cuore del vostro Skipper è gonfio di emozioni, un po’
di nostalgia e tanta tristezza: dopo tanti anni sono tornato in Eritrea, il
paese dove sono nato, ed in particolare a Massawa, la città dove ho trascorso
gli anni più belli della mia giovinezza. Correva l’anno 1896 quando un avvocato Romano di nome Pietro Casciani
e consorte Maria approdarono a Massawa per lanciarsi in una avventura in terra
d’Africa, per diventare agricoltori nella neo nata Colonia dell’Eritrea.
Ottennero una Concessione di 10,000 ettari ad Elaberet dove nel 1912 nacque una
bellissima bambina, Maddalena, Nenne per gli amici. E correva l’anno 1899 quando nel paesino Umbro di Massa Martana
nacque un certo Emidio Liberati, detto Mimmo, che all’età di 17 anni divenne uno
dei primi temerari piloti dell’Aeronautica Italiana e poi con Gabriele
D’Annunzio, avventuroso Legionario Fiumano, il Non Rassegnato Corsaro dell’Adriatico,
come lo chiama il Vate. Negli anni 30 Mimmo era di stanza in Somalia quando decise di andare
a trovare suo fratello che era Governatore ad Agordat, in Eritrea, per una
battuta di caccia. La battuta di caccia venne organizzata dall’amico
concessionario Pietro Casciani il quale si porto dietro la bella figlia Nenne. E
sulle rive del fiume Gash, tra Ugarò e Ducambia, nacque un grande amore e da questo grande amore nacquero due
figli, Giuliana e Paolo, io, il vostro Skipper. A Massawa la mia famiglia aveva una casa affacciata sul mare dove
trascorrevamo i nostri weekend e le vacanze estive. Quando nel 1952 approdò a
Massawa il Formica, la barca della spedizione scientifica Italiana formata da
nomi mitici della subacquea italiana, Folco Quilici, Gianni Roghi, Bruno
Vailati, Edmondo Buker, io avevo 4 anni e mio padre, a cui loro si appoggiarono,
mi porto a bordo. Iniziava allora la mia grande passione per la pesca subacquea.
Sono diventato un pescatore appassionato, fanatico, micidiale. La pesca
subacquea divenne presto per me una professione. Ho lavorato come guida
subacquea per tanti pescatori subacquei Italiani e per una Agenzia Viaggi
specializzata nel settore, Club Vacanze. La rivista Mondo Sommerso in un numero
del 1970 cosi scriveva: “Paolo Liberati, un ragazzo Italiano con centinaia di
squali all’attivo …..” Conoscevo le Isole Dahlak come le mie tasche, sapevo dove
trovare la cernia gigante o lo squalo Longimanus. Poi tutto il sogno crollò, la
guerra, la cacciata degli Italiani, anni bui, di sanguinosa guerriglia, le Isole
Dahlak negate al mondo. Nel 1993 l’Eritrea divenne indipendente ma le speranze
di noi tutti di poter tornare “a casa” restarono vane, altre guerre, l’economia
distrutta, un popolo annichilito. Ora sono tornato alle Isole Dahlak con la mia barca, un’avventura che
vorrei tanto poter raccontare a papà Mimmo. Ne sarebbe molto
fiero. Ma c’è poco da essere fieri a vedere come è conciato oggi questo
magnifico paese. Le Isole Dahlak sono sempre stupende, deserte, pescosissime, ma
spesso presidiate da militari che ti cacciano via con modi bruschi e scortesi.
Siamo stati a Sciumma, Dissei, posti di sogno ma vissuti male, sempre con
l’angoscia di veder arrivare la lancia dei militari. Poi siamo entrati in porto
a Massawa, Sabato pomeriggio alle ore 15:30. Sembrava di essere entrati in una
città fantasma. Nessuno in giro, pochissime macchine, un silenzio spettrale.
Il mio cuore piange.
La ex Banca d'Italia, un bellissimo edificio di
origine ottomana, devastato dai bombardamenti e mai restaurato.
La ex Residenza del Governatore, idem come
sopra.
SY Malaika5
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