Rangiroa

Malaika5
Paolo Liberati
Sat 23 May 2009 05:03

14:58:14 S  147:38:18 W

 

Rangiroa! chi non ha sentito almeno una volta nella vita questo nome, associandolo ad un paradiso tropicale, con le spiagge bianche e l’acqua turchese, con i pesci corallini di mille colori, le palme da cocco ed il tamurè?

Bene, noi ci siamo arrivati ieri mattina, verso le 7, dopo una navigazione notturna di 80 miglia da Ahe.

L’atollo di Rangiroa è il segundo mas grande del mundo. E’ una maledizione per noi questo segundo mas grande del mundo, prima il cratere del Serra Nigra, a Isabela, Galapagos, che era segundo dopo il cratere di Ngoro Ngoro ed ora l’atollo di Rangiroa che è segundo dopo quello di Aldabra nell’Oceano Indiano. Ma un primero lo troveremo mai?

E’ comunque grande, immenso, un migliaio di km2, 77 km di lunghezza per 22 km di larghezza.

E’ collegato al mare aperto tramite due “passe” principali, quella di Tiputa, da dove siamo entrati noi, e quella di Avatoru, circa 6 miglia più ad ovest. In corrispondenza di queste due “passe” ci sono gli unici due villaggetti piu o meno strutturati, un paio di chiese (una cattolica ed una mormone), un ufficio postale, una banca, 2 o 3 magazin, specie di negozietti dove se sei fortunato riesci a comprare qualcosa, a prezzi da gioielliere.

La cosa che ci ha colpito è che quando parli di Rangiroa e dei sui due villaggi ti immagini due paesini carini, turisticizzati, con negozietti, baretti, ristorantini, localini dove puoi sentire un po’ di musica …. no, niente di tutto ciò.

I negozietti, i baretti, i ristorativi sono solo nei grandi alberghi/resort, quelli esclusivissimi, con i bungalows su palafitte, sull’acqua, dove pernottare costa 500 euro a notte ed una birra o un bicchiere di vino ti costa 10 euro. Dove noi non siamo andati.

Per i comuni mortali, come noi,  non c’è nulla.

Ieri pomeriggio, ore 15, io ed Adriano con un tempismo da manuale abbiamo deciso di fare una puntata a terra, in uno dei due villaggi, per fare un po’ di vita e comprare qualcosa. Innanzitutto faceva un caldo micidiale, tipo 38 C°, poi, era tutto chiuso perché era la festa dell’Ascensione, o almeno cosi ci hanno detto. Abbiamo girovagato un po come zombi, tutti sudati ed accaldati, mendicando senza risultati una birra o una coca presso tutti i locali o le pension che vedevamo. Alle 17 eravamo di nuovo in barca, con un bicchiere di fruit puch ghiacciato ed una ciottola di noccioline.

Un altro mito che dobbiamo sfatare sono le spiagge-bianche-di-sabbia-bianca-finissima- come-borotalco-affacciate-sull’acqua-blu-turchese. Non ci sono! Tutte le spiagge così sono artificiali e stanno davanti agli alberghi di cui sopra.

Il problema è che il mare bello, quello blu e limpido, sta all’esterno della laguna, ma li ci sono delle onde oceaniche che ci sbattono sopra tutto l’anno e provocano tanta risacca che spazza via ogni cosa. Le coste verso l’esterno sono quindi rocciose o con ghiaioni formati da pezzettoni di corallo.

Le spiagge di sabbia sono verso l’interno della laguna, dove l’acqua però non è così limpida e comunque, quelle naturali, sono sempre ingombre di pezzi di legno, cocchi, foglie di palma, alghe, etc.

Detto questo devo anche dire, ad onor del vero, che questi posti, per gente come noi che si può muovere e non deve necessariamente passare 15 giorni su di una sedia a sdraio, al sole, sulla sabbia bianca, sono favolosi.

Sono più belli da vedere che da fruire. Non so come spiegarmi.

Oggi ad esempio siamo andati con la nostra barca dall’altra parte dell’atollo, in un posto chiamato Lagon Bleu. 19 miglia di navigazione lungo un corridoio cartografato e quindi sicuro. Siamo arrivati in questo posto dove abbiamo visto alcuni scorci mozzafiato, da cartolina. Un posto veramente bello, con l’acquetta bassa su sabbia bianca, l’acqua turchese dove è un po piu profonda, i pescecani pinna nera che nuotano in 30 cm d’acqua, alla Folco Quilici, Tiko ed il suo pescecane. Ma è un posto da vedere, da passeggiarci in giro, da fotografare e ricordare, ma non da fruire, non per farci il bagnetto, per intenderci.

 
La passe di Tiputa
 
Questo non è Adriano tatuato, è un traghettatore proveniente dalla Marchesi
 
A spasso per le vie del centro di Avatoru, Rangiroa, in un ora di punta.
 
Uno dei resort che hanno fatto la storia e l'immagine di Rangiroa.
 
SY MALAIKA5