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Subentrata l’oscurità della notte abbiamo continuato la nostra navigazione un po’ più tranquilli e rilassati. All’alba eravamo di fronte ad una bellissima baia e non abbiamo resistito alla tentazione di andarci ad ancorare in un posto ben ridossato e tirare un po’ il fiato.  Una bella colazione, un pisolino  epoi verso mezzogiorno tutti in acqua a fare un podi snorkeling, era tanto che non lo facevamo. Enrico si è dedicato alle sue cipree mentre noi, non particolarmente attratti da quel tipo di preda, ci siamo dedicati alle “cape”. In un paio d’ore di ricerca siamo tornati a bordo con un paio di chili di vongole di scoglio, tartufi e caparozzi. Risultato: un grandissimo risotto alle “cape” da leccarsi i baffi.

Ieri mattina siamo entrati nel poro di Galle. Eravamo preparati alla particolarità di questo Porto ma siamo comunque rimasti sorpresi dalle rigorosissime procedure di sicurezza. Il Porto è chiuso da una rete metallica e nessuno può accedervi se prima non è stato controllato dalle Security. Davanti alla diga abbiamo chiamato il Port Control. Dopo una mezzoretta sono arrivati sottobordo quattro marines che sono saliti a bordo con le loro scarpone d’ordinanza, con suola a carro armato, hanno visitato tutta la barca e dopo avere accertato che non avevamo bombe, kalashnikov o RPG, ci hanno autorizzato ad entrare nel Porto. Ci siamo ormeggiati ad un pontile galleggiante ed abbiamo iniziato le pratiche di Clearance, con il supporto di un Agente: 200 USD e quattro ore di pratiche ed alla fine siamo diventati ospiti regolari ed autorizzati dello Sri Lanka.

Oggi abbiamo fatto cambusa e comprato un po’ di pezzi di ricambio. Domani partiremo con un auto in affitto per un giro nell’interno. Staremo fuori tre giorni. Al ritorno ve la racconteremo, ne vedrete delle belle, credo.