Lautoka

Malaika5
Paolo Liberati
Thu 13 Aug 2009 05:14
17:40:83 S     177:23:16 E
 
Dopo un po' di girovagare per le isole Yasawa e Mamanuka siamo atterrati a Lautoka, sulla costa occidentale di Viti Levu, per espletare le pratiche di Clearance e per accompagnare Daniela all'aeroporto di Nadi, da dove Martedì sera è rientrata in Italia.
Per l'esattezza siamo approdati al Marina di Vuda Point, una località a metà strada tra Lautoka e Nadi.
Prima di dirigerci verso la costa abbiamo scaricato Enrico ed Andrea presso un Resort sull'isola di Matamanoa: il povero Andrea non aveva fatto ancora delle immersioni serie e sostare 2 o 3 giorni in marina, sulla costa, lo avrebbe certamente portato ai pazzi. E poi Enrico come avrebbe fatto a sospendere le sue "ravanate" in cerca di cipree?
 
L'isola di Matamanoa dove si sono fermati Enrico ed Andrea
 
Cosi abbiamo salvato capre e cavoli. Loro 4 giorni di sub intensivo, noi 4 giorni di relax a terra, un po' di shopping, un po' di mercato e mercatini, un po' di manutenzione alla povera Malaika
Purtroppo ciò ha coinciso con la partenza di Daniela e quindi il tutto non è stato molto allegro.
 
Daniela ci lascia, nuove lacrime!
 
Il Vuda Point Marina è stata una piacevole sorpresa. Ci era stata segnalata dall'amico Luca che è transitato da queste parti qualche settimana fa. E' un bacino di medio piccole dimensioni, di forma circolare, ricavato dal dragaggio di una lagunetta naturale, che ospita una settantina di barche ormeggiate radialmente con prua a terra e poppa su due gavitelli. Una soluzione nuova per noi, ma molto funzionale. La cosa che più ci ha colpito è la tipologia di barche e di persone che si vedono lungo le banchine. Le barche sono tutte barche per navigazione d'altura, di forma ed armo per noi inusuali, tutte attrezzate con eolici, pannelli solari, spoilers, due ancore pesanti a prua, trinchetti o doppio strallo di prua d'obbligo. Tanto alluminio e acciaio, poca vetroresina. La gente: persone di una certa età, cotti dal sole e le intemperie, tutti molto cordiali e sempre pronti a scambiare due chiacchiere, molti Neozelandesi e Australiani ma anche Americani, Canadesi, pochi Europei. Abbiamo invece incontrato una simpatica coppia di Italiani a bordo di un magnifico HR.
 
Vuda Point Marina al tramonto
 
Abbiamo noleggiato un auto (50 Euro al giorno circa) con cui ci siamo potuti muovere a nostro piacimento. Ci siamo prima recati a Lautoka per fare le pratiche presso la Capitaneria di Porto, fare una passeggiata per il centro ed una visita al mercato.
La popolazione di Fiji è composta per il 50% di Fijani (originari della Melanesia) e 50% di Indiani, discendenti di terza o quarta generazione dei lavoratori indiani importati il secolo scorso come manodopera per la raccolta della canna da zucchero.
Il risultato di questa convivenza di due razze che non si sono mescolate ed integrate è che il quadro politico è piuttosto movimentato e caotico (non si contano i colpi di stato che si sono susseguiti negli ultimi 100 anni, il più recente solo 2 o 3 anni fa) e gli attriti razziali sono palpabili. Sulle isole minori vivono soprattutto i Fijani mentre le grandi isole e soprattutto le città sono abitate soprattutto da Indiani. 
Passeggiare per le vie del centro di Lautoka è come passeggiare per Delhi o Cochin. Il mercato della frutta e verdura di Lautoka potrebbe essere un qualsiasi mercato del Kerala.  
Il tutto e comunque molto colorato e pittoresco, completamente diverso da quanto abbiamo visto nelle altre isole del Pacifico.
A Nadi, la vivace e moderna cittadina nata grazie al turismo a ridosso dell'aeroporto internazionale, abbiamo vistato un particolarissimo tempio Indù. Colori improponibili, pitture e statue sacre che rappresentano corpi umani con teste di elefante o di uccello o donne formose e voluttuose con il seno scoperto, altarini e cripte un po' da per tutto.
La vita qui a Fiji costa molto meno che nel resto del Pacifico. Si riesce a mangiare discretamente in un buon ristorante Indiano per 15 Euro o uno spuntino a mezzogiorno con birra per meno di 8 Euro. Una bottiglia di buon vino Australiano o Neozelandese costa a partire da 6-7 Euro. Se pensate che una schifezza di vino bianco Francese a Papeete o Raiatea non costava meno di 15-18 Euro!
Oggi ne abbiamo quindi approfittato ed abbiamo fatto una corposa cambusa, verdura, frutta ma soprattutto birra, vino ed un paio di bottiglioni di Bounty Rum, prodotto ed imbottigliato dalla distilleria della Lautoka Sugar City (la principale risorsa economica di Fiji è lo zucchero, ed il turismo. In questi gironi è iniziato il raccolto della canna da zucchero e le strade sono invase da camion e camioncini caricati sino all'inverosimile di canne, che le trasportano sino allo zuccherificio di Lautoka.
 
 
SY MALAIKA5