Stretto di Flores

Malaika5
Paolo Liberati
Tue 10 Nov 2009 13:00

8:16:36 S   123:05:40 E

Indonesia: uno Stato dai grandi numeri.

Il più grande stato-arcipelago del mondo: !,919,317 km2 di terra sparsi in 3,272,160 km2 di mare, che coprono 46° di longitudine e 6° di latitudine.

La linea di costa più lunga del mondo: 54,379 km distribuita lungo 13,677 isole.

La più numerosa popolazione musulmana del mondo

I Portoghesi sono stati i primi europei ad arrivare qui, le allora famose Isole delle Spezie, nel 16 secolo. Un secolo dopo sono arrivati gli Olandesi con la ben nota Compagnia Olandese delle Indie Orientali e si sono insediati sull’Isola di Java dove hanno fondato il loro quartiere generale, Batavia (ora Jakarta) e pian piano hanno conquistato e colonizzato buona parte delle isole che formano oggi la moderna Indonesia.

I primi movimenti di liberazione contro il dominio Olandese sono iniziati già verso la fine dell’800 ma la completa indipendenza è stata ottenuta solo dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, sotto la guida dell’allora Presidente Sukarno. Con i primi movimenti indipendentisti ha iniziato ad insediarsi nel paese la religione musulmana che ha trovato fertile terreno in una tale situazione di ostilità verso gli Infedeli Occidentali.

Con l’arrivo degli Olandesi prima e dei movimenti di indipendenza dopo i Portoghesi hanno avuto vita dura ma, come nella loro abitudine, non hanno mollato. Confinati nella sola parte orientale dell’Isola di Timor ed a Macau, hanno mantenuto lo stato coloniale sino a giorni nostri (come hanno fatto d’altronde in Mozambico, Angola, Guinea Bissau). Quando alla fine hanno dovuto mollare, a Timor Est è scoppiato il finimondo. L’Indonesia ha subito cercato di annettere

 Timor Est, unificandola con Timor Ovest, gli abitanti locali, quasi tutti Cristiani, hanno cercato e fermamente voluto l’Indipendenza. Ne sono risultati gli scontri sanguinosi di cui tutti abbiamo sentito parlare.

Oggi l’Indonesia conta 230 milioni di abitanti, di cui la stragrande maggioranza di religione musulmana.

E noi qui siamo arrivati. Con ancora negli occhi e nel cuore le felici, stupende e semi-disabitate Isole del pacifico, ci siamo ritrovati immersi in una debordante, caotica ed incivile civiltà. Tutte le coste fortemente e malamente antropizzate, il mare sempre solcato da una miriade di barche, barchini e barconi, di giorno e di notte, sempre intenti a trasportare qualcosa o, molto spesso, a pescare (e quindi qui di pesce non se ne vede l’ombra), il mare sporco, pieno di sacchetti di plastica, cartacce e bottiglie. L’acqua torbida, i fondali coperti di cenere vulcanica, Poche cipree (Enrico è alla canna del gas).

Ma la gente è tutto sommato simpatica e poco invasiva (almeno sino ad oggi!).

Ieri sera abbiamo mollato gli armeggi a Kupang e ci siamo spostati verso l’arcipelago di Nusa Tenggara. Verso le 12, mentre con apprensione stavamo attraversando lo Stretto di Flores (è veramente stretto e normalmente vi si incontrano fortissime correnti, ora in un verso ora nell’altro, sino a 6/7 nodi), siamo stati investiti da un forte acquazzone. Grande goduria, era da Port Moresby che non vedevamo pioggia. Siamo stati un ora sotto l’acqua battente, con spugne e ramazze ed abbiamo portato Malaika agli splendori di una volta.

Ora siamo ancorati in una baia sulla costa Nord dell’Isola di Adunara ed alle nostre spalle il sole è tramontato sull’imponente Vulcano di Ilile Wero, 1,300 metri. Uno spettacolo.

 

In partenza da Kupang, al tramonto, gimkana tra barche da pesca di tutte le dimensioni e fogge
 
In arrivo nella Stretto di Flores un branco di delfini ci da il benvenuto
 
Flores, tramonto su vulcano
 
SY MALAIKA5