Moorea
17:30:12 S 149:49:21 W Sarà che abbiamo lasciato le Tuamotu
di mala voglia, sarà che per spezzare un po’ la navigazione abbiamo voluto
vistare l’ultimissima isola delle Tuamotu, Makatea, ma vi assicuro che questa
navigazione da Tikeahu a Moorea è stata veramente
massacrante. Bolina stretta con vento da 20 a 25
nodi e mare formato. In effetti non ci aspettavamo un vento con un angolo cosi
stretto e anche per pigrizia, non abbiamo armato lo Jankee e quindi abbiamo
navigato per due giorni con il genoa parzialmente rollato e quindi grasso e
sformato. Circa 200 miglia di botte e spruzzi. Il bello è che avevamo deciso di
passare da Makatea perché, a vederla dalle carte, sembrava un’isola un po’
diversa dalle altre e quindi con buona possibilità di fare qualche bella
immersione e una “ravanata” di cipree fuori dal solito. Ci siamo arrivati verso le 5 del
pomeriggio e ci siamo messi subito alla ricerca di un luogo dove calare l’ancora
per passare la notte. Abbiamo trovato invece una situazione incredibile: l’isola
innanzitutto non appartiene a nessuna delle tre tipologie della genesi
darwiniana, sembra un po’ Lampedusa un po’ Pantelleria, un tavolato alto circa
200 metri con falesie a picco sul mare. Il problema è che sotto le falesie il
mare prosegue a picco per migliaia di metri! Non siamo riusciti a trovare un
maledetto posto dove calare l’ancora e passare la notte. A cinquanta metri dai
frangenti il fondale era già di oltre 200 metri. Ci siamo messi quindi alla
cappa con l’intenzione di tirare un po il fiato, cenare e poi ripartire alla
volta di Moorea. Mentre eravamo li ciondolanti alla
cappa, sottovento alle alte falesie, sentiamo un forte sibilo, guardiamo in
quella direzione e cosa vediamo?… una balena! Siamo rimasti li una mezz’ora, con
una balena che ci girava intorno! Dopo aver cenato siamo ripartiti alla
volta di Tetiaroa, l’isola privata e molto esclusiva, una volta di Marlon
Brando, che cade proprio sulla rotta per Moorea. Siamo arrivati a Tetiaroa alle 7:30
del mattino e … altra delusione, anche qui la parte ridossata sottovento non ci
ha concesso un ancoraggio. Barriere corallina e subito dopo, fondo a picco!
Sembra quasi una maledizione. Colazione e poi via, di nuovo nella
buriana verso Moorea dove siamo giunti, finalmente, verso mezzogiorno, stanchi e
piuttosto provati. Una snorkelata senza storia in una
passe sul lato nord e poi ancoraggio nella mitica Baia di Cook. La Baia di Cook
è per tutti noi tre il posto più bello ed affascinante che abbiamo visto da
quando siamo partiti, forse paragonabile, non come caratteristica o morfologia,
ma come storia e fascino, alla baia di Mahon, nelle Baleari. E’ difficile
descriverla, spero che qualche foto vi possa far immaginare di cosa stiamo
parlando. Domani salperemo alla volta di Papeete
dove contiamo di trovare un po’ di assistenza per mettere a posto il povero
Malaika. Le falesie di Makatea dove non siamo riusciti a
trovare un ancoraggio
A cena con una balena
L'isola di Marlon Brando, altro ancoraggio
impossibile
SY MALAIKA5
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