Trinidad

Malaika5
Paolo Liberati
Tue 3 Feb 2009 23:54

10:40:89 N  61:38:18 W

 

Domenica mattina, partiti Valentina e Popi (alle 4:30  di mattina, poveri) abbiamo lasciato il marina e ci siamo messi all’ancora a ridosso di uno scoglio nella costa sud dell’isola per attendere l’ora propizia per partire alla volta di Trinidad.

L’ora propizia era dopo il tramonto. Perchè? vi chiederete. Ora ve lo spiego, è semplice.

Grenada – Trinidad sono 77 miglia, ci vogliono dalle 10 alle 12 ore di navigazione, a seconda della direzione ed intensità del vento. Quindi per non arrivare in un posto nuovo e sconosciuto bisogna partire di sera ed arrivare di primo mattino.

Siamo partiti dopo cena verso le 8 pm. Naturalmente il vento era di est-sud-est e quindi navigazione di bolina, ma ormai ci siamo abitati. Jankee e randa terzarolata, as usual.

È stata una notte pesante, pioggia e groppi in continuazione, vento molto rafficato, freddo!

Alle 8:45 abbiamo attraccato al molo del Customs and Immigrations di Chaguaramas, la zona di Trinidad dedicata alla nautica ed alla cantieristica.

Trinidad non è un bel posto, non è la classica isola caraibica, con acqua turchese e spiagge bianche. E’ un’isola situata in una zona di acqua bassa, una enorme laguna formata dall’estuario di diversi grossi fiumi venezuelani. L’acqua è marroncina e le spiagge sono poco invitanti. Vi chiedere perchè diavolo siamo venuti qui.

La ragione principale è che dovevamo fare alcuni lavori alla barca (carena, controllo del rullafiocco, cambio di un passascafo, etc) e qui, a Chaguaramas la cantieristica è molto ben organizzata (anche molto cara, come abbiamo aimeh poi realizzato).

Espletare le pratiche della Clearance ci siamo subito spostati verso un Cantiere che ci era stato raccomandato da Francesca, un’amica che vive qui, il Peake Marine. Nel giro di un’ora la barca è stata alata e sistemata sulla invasatura, pronta per i lavori.

Ed ha ripreso a piovere. Per altre 30 lunghe ore, a dirotto.

Non sto a spiegarvi quanto eravamo depressi e disperati.

Oggi invece è tornato il sole e con lui il buon umore  e l’entusiasmo che contraddistingue questo equipaggio. Abbiamo cominciato a chiudere gli accordi con vari contractors locali e a fare i lavori che potevamo fare noi.

Ora staremo qui sino a venerdi quando, se tutto andrà per il meglio, rimetteremo Malaika in acqua, pronta per affrontare nuovi oceani.

Intanto viviamo in barca, sui trampoli. Non è una bella sensazione.

 

Malaika sui tacchi a Chaguaramas, Peake Marine

 


Enrico ed Adriano, in versione carpentieri


 

 

SY Malaika5