ISOLE LOYAUTE' – LIFOU
20:55.41S 167:04.95E Giovedì 24 settembre salpiamo alle 6.55 da Port Tadine; lasciamo Maré e mettiamo la prua verso la nostra seconda meta alle Isole Loyauté, Lifou. Il vento è sui 10-12 nodi ed è girato a nord, perciò troppo stretto per la nostra rotta di 320; per proseguire a vela dovremmo fare almeno due bordi e poiché la distanza da coprire è di 54 miglia in linea diretta, ciò significherebbe arrivare con il buio in un posto che non conosciamo e su cui anche la guida è povera di dettagli. Sappiamo che c'è un porto dove arriva il traghetto, sappiamo che ci sono molti reef nei dintorni del porto, ma non sappiamo esattamente dove si trova l'ancoraggio. Ergo cerchiamo di evitare l'arrivo con il buio: niente bordi, teniamo le vele a riva e diamo motore a 1600 giri/minuto. Per ingannare il tempo calo la traina: verso le 9.30 una presa si porta via velocemente 200-300 metri di lenza. Tento di riavvolgere, ma è impossibile, vedo saltare fuori dall'acqua un grosso pesce spada, che spicca ancora due salti e poi … ci lascia solo il filo. Recupero, rifaccio la lenza con un altro polipetto artificiale, più piccolo del primo in modo da attrarre pesci più piccoli, e calo giù nuovamente la traina. Non passa mezz'ora e nuovamente avverto il sibilo del cicalino: stesso copione, un altro pesce spada, forse un po' più piccolo, ma che tira anche lui come un forsennato. Riduciamo la velocità della barca, riesco a recuperare un bel tratto, mancano solo un cinquantina di metri ... lo vediamo poco distante, di un blu elettrico molto intenso, che ci sopravanza lateralmente, ridò velocità alla barca per tenerlo in tiro, ma lui dà un altro forte strattone e si libera, andato … Recupero la lenza; l'amo a due punte è completamente aperto. Peccato, ce l'avevamo quasi fatta, ma in fondo non sono deluso, anzi sono soddisfatto perché tutto sommato si è conquistato la sua libertà. Per oggi, comunque, la pesca è conclusa. Al VHF, Noumea Radio dirama un avviso che riguarda la zona in cui navighiamo: “Carcassa di balena alla deriva a SE di Lifou; coordinate indicative ...”. L'annuncio è in francese e non riusciamo subito a capire le coordinate, per fortuna viene ripetuto più volte a distanza di 15 minuti e riusciamo finalmente ad afferrare latitudine e longitudine. Cavolo, la carcassa è segnalata proprio sulla nostra rotta, a circa 10 miglia. Rafforziamo l'attenzione della guardia, valutando che se la balena è semi sommersa sarà difficile vederla a più di 100 metri di distanza, e come se non bastasse il cielo è nuvoloso e la visibilità non ideale. A un certo punto comincia anche a piovere, non si vede più niente, e Lilli comincia a farmi domande su quanto può essere dura una carcassa di balena su che danni ci può fare … Siamo fortunati, attraversiamo indenni il tratto senza vedere (né sbattere contro) alcunché. Ad una decina di miglia dall'arrivo, ci supera il grande catamarano che fa servizio da Noumea a Lifou due volte alla settimana. Alle 15.20 siamo davanti al porto; le indicazioni lette sulla guida sono corrette (allineamento per 197° su due triangoli contrapposti, passando in mezzo ad una coppia di boe rosso e verde). Quello che invece non ci aspettavamo era trovare, nella parte interna del porto, un minuscolo ma perfettamente organizzato marina, con il suo frangiflutti, pontili galleggianti di buona fattura, colonnine per acqua ed elettricità. Sulla nostra guida (Multimedial Cruising Guide To New Caledonia), che però risale ad una decina di anni fa, c'era scritto che si poteva ancorare all'interno della rada, che offriva però poco spazio per stare alla ruota. Il Marina ospita una decina di barche a vela, alcune piccole imbarcazioni a motore ed un catamarano a motore di media grandezza, destinato ad escursioni turistiche. Dal molo un giovane ci fa segno di ormeggiare all'inglese sul primo pontile galleggiante a sinistra dell'ingresso, e viene a darci un aiuto per prendere le cime. Gli uffici del marina sono chiusi e dalle informazioni acquisite presso un velista su una barca ormeggiata non si sa di preciso quando riaprirà, forse il prossimo lunedì. Passiamo la prima notte al pontile: l'acqua è limpidissima, il fondale è ridotto ma anche con la bassa marea marcata di questi giorni di luna piena abbiamo oltre mezzo metro sotto la chiglia. Il mattino seguente assistiamo allo scarico del peschereccio arrivato dopo di noi, quando il sole era già tramontato: circa 800 kg. di pescato, grande quantità di tonni, lampughe e tre grossi pesce spada da circa 120 kg ciascuno. Uno dei giovani pescatori mi spiega che questo è il quantitativo medio di tre giorni di pesca; la tecnica utilizzata è la seguente: una linea di ami lunga 13 km, sospesa in profondità per mezzo di una serie di boe, sui grossi ami vengono messi piccoli pesci o tranci, all'inizio ed alla fine della linea due radio boe per poter facilmente recuperare la posizione. Il peschereccio è anche dotato di una grande stiva e della macchina per la produzione del ghiaccio, così il pescato viene ripulito e messo sotto ghiaccio fino all'arrivo. A terra, attigua al porticciolo, c'è una fornitissima pescheria, che oltre a presentare sul banco i prodotti freschi, vende una grande varietà di prodotti surgelati non solo di pesce, ma anche verdure, perfino le lumache. Più tardi in mattinata ci avvisano che dobbiamo spostarci: il catamarano turistico deve fare rifornimento e noi siamo al pontile del distributore di carburante, che non avevamo riconosciuto perché racchiuso una piccola casupola in mattoni. Ormeggiamo quindi sul pontile di fronte dove mettendoci in diagonale tra due finger occupiamo due posta barca. Con i 16 metri di Refola, se avessimo ormeggiato normalmente la nostra prua sarebbe stata troppo sporgente e avrebbe occupato lo spazio di manovra. Con due cime cortissime a poppa e quattro spring, stiamo da papa, ed abbiamo acqua ed elettricità! Appena fuori dal marina c'è una officina con noleggio auto; ci informiamo sulle tariffe: 5650 CFP (circa 45€) per una giornata, la decisione è presto presa, prenotiamo un'auto per l'indomani. Sabato mattina, mentre ci stiamo preparando per il nostro giro turistico, viene a trovarci il responsabile del marina, che era venuto per un giro di controllo. “L'ufficio aprirà lunedì mattina” ci dice, la nostra partenza è prevista proprio lunedì ed allora chiediamo di pagare subito, in modo da non essere vincolati da orari. 6600 CFP per tre giorni, la prima notte al pontile del distributore ci viene regalata. Gentile! Passiamo tutta la giornata in giro per l'isola. Anche qui come a Maré, lunghe spiagge bianche, alte falesie calcaree, ovunque acque limpidissime (sempre fredde per i nostri gusti, ma vediamo che la gente fa il bagno lo stesso); le case sono molto curate, con prati rasati e giardini fioriti. In un villaggio troviamo una specie di festa-mercato con una lunga fila di bancarelle adornate da foglie di palma intrecciate, dove vengono esposti e venduti prodotti delle coltivazioni, lavorazioni di marmellate, monili e sculture in legno. Ciascuna è dotata di una cucina, sul retro, e si può mangiare con pochi soldi. Peccato che noi avevamo già pranzato in un resort, per un prezzo non proprio stracciato! Lunedì 28 settembre alle 7.25, un po' a malincuore, lasciamo le acque limpidissime e ferme del Marina di We. Siamo diretti sulla costa ovest di Lifou, aggireremo l'isola a nord l'isola, e con un percorso di 44 miglia raggiungeremo l'ancoraggio; il vento è variabile tra i 10 e 16 nodi, riusciamo a navigare sempre a vela e alle 14.45 ancoriamo davanti alla spiaggia del villaggio Drueulu, che avevamo visitato il giorno precedente nel nostro giro turistico. Siamo nella baia de Gaatcha, a sud della grande Baia de Santal, fondale sabbioso di 8-9 metri (20°55.415'S 167°04.954'E). La baia è aperta e con 10 nodi da est c'è un po' di beccheggio; poco male, tanto ci fermiamo solo una notte, domani lasceremo Lifou per spostarci più a nord, nell'atollo di Ouvea.
|