PORT VILA AGAIN

Refola
Alessandro Nodari
Thu 6 Aug 2015 05:06

17:44.58S 168:18.82E

Salpiamo alle 12.40 di lunedì 27 luglio. La distanza da coprire è di circa 105 miglia, ma navigheremo di bolina e dovremo fare almeno due bordi. Il vento è meno teso delle tappe precedenti, all'inizio sui 20-22 nodi, poi verso sera sui 15-20, sempre da ESE; l'onda è sui 2,5-3 metri, ma in alcuni tratti, sottovento alle isole di Ambrym, Epi ed Emae, cala a circa un metro e mezzo.

Questa nuova navigazione notturna, a distanza di 12 giorni dalla precedente, risulta più agevole anche per Lilli; oltre tutto una luna crescente e quasi piena illumina il mare fino alle 4 del mattino.

Alle 9 siamo già praticamente arrivati. Prima di entrare al marina, approfittiamo delle calme acque della grande baia Mele per fare la taratura della bussola elettronica del pilota automatico, che aveva un errore di 20°: due giri completi tenendo una velocità inferiore a 2 nodi, nuovo allineamento con la bussola magnetica e la taratura è completata; alle 9.30 ormeggiamo al pontile dello Yachting World Marina, il log segna 135 miglia percorse.

Questo posto ci ricorda ovviamente la preoccupazione e la paura che qui abbiamo avuto per Luciano. Da quando è tornato in Italia abbiamo sempre avuto notizie della sua povera gamba, e per fortuna (ma ci sono voluti due mesi) la sua tremenda infezione è risolta.

I giorni di sosta passano velocemente, e capitiamo proprio quando si festeggia il 35esimo anniversario dell’indipendenza delle Vanuatu dal “condominio” anglo-francese.

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Ma oltre al relax ci sono diversi lavoretti da fare, tra cui i più importanti: verniciare le bombole del gas, che sono ormai impresentabili per la ruggine che continua ad aumentare; modificare il passaggio dei cavi dei pannelli solari, che disturbano il segnale AIS del nuovo plotter; montare il nuovo fishfinder, gentile omaggio che abbiamo ricevuto dalla Navionics grazie alla casa editrice di Antonio Penati, il Frangente.

A Port Vila ritroviamo gli amici di Dream Time e anche Antonio di By Myself, che insieme ai suoi due giovani ospiti, Nadj e Sabele, avevamo salutato a Wangharei. Loro avevano lasciato la Nuova Zelanda un giorno prima di noi, diretti alle Tonga. Passiamo insieme alcune belle serate.

Ormeggiato vicino a noi un altro Amel, Pacific Cool. L'armatore, il simpatico Bill, è una vecchia conoscenza; lo abbiamo incontrato la prima volta a Raiatea, due anni fa, quando aveva appena comprato la barca che era in vendita presso il cantiere CNI; Bill non aveva nessuna conoscenza delle barche Amel, nessuno gli aveva dato istruzioni. Pacific Cool gli era piaciuta e l'aveva acquistata, ma quando è stato il momento di metterla in acqua si è trovato subito in difficoltà per far funzionare l'elica di prua (per fortuna ero vicino e sono corso sulla sua barca per dargli un aiuto). Lo abbiamo poi ritrovato in Nuova Zelanda, e qui a Port Vila un mese e mezzo fa; ora parte in solitario per l'Australia, dove lo raggiungerà la moglie.

Per qualche ragione ho sempre considerato Bill un audace fortunato, ed i fatti recenti confermano questa mia sensazione: già il giorno della partenza, salutati tutti e mollati gli ormeggi, ritorna in banchina dopo un paio d'ore, con una lunga scucitura sul genoa e l'alternatore di potenza che si era allentato; ha potuto rimediare comodamente in banchina ed è ripartito il giorno seguente.

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Oggi riceviamo una lunga mail dove Bill ci racconta le disavventure di questa traversata in solitario:

è caduto in acqua mentre cercava di portare in coperta il dinghy che aveva appeso alle gruette di poppa, per fortuna era legato e così è riuscito a risalire, ma quanta paura e quanta fatica...

Poi si è spento il motore, ma con il manuale ha capito che si trattava del filtro gasolio e pur non avendolo mai cambiato è riuscito a far ripartire il motore, infine anche il generatore non ne voleva sapere di accendersi, ma la determinazione di Bill ha fatto sì che individuasse uno spinotto un po' aperto e che risolvesse anche questo problema; ha passato brutti momenti, ma alla fine tutto è andato bene.

Vicino a noi anche un grosso catamarano americano, con a bordo 6 bambini dai 4 ai 10 anni, che hanno rallegrato le giornate di tutta la banchina: iniziavano i giochi alla mattina alle 7 e finivano alle 5 del pomeriggio, inventandone ogni giorno di nuovi, non erano troppo chiassosi, anzi Lilli ed ci divertivamo spesso a guardarli.

Ora siamo tutti in attesa della finestra giusta per partire: Dream Time per la Nuova Caledonia, By Myself per il nord (Torres, Timor e Oceano Indiano), noi per le Fiji; il 5 agosto si apre la finestra per By Myself ed il 7 anche quella di Refola.

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La nostra permanenza alle Vanuatu è durata 80 giorni: abbiamo navigato molto, toccando 20 isole con 31 diversi ancoraggi. A parte il marina di Port Vila, siamo stati sempre in baia. Se all'inizio eravamo un po' perplessi, un po' alla volta le Vanuatu ci hanno conquistato: la gente innanzitutto molto gentile ed amichevole, ancoraggi protetti ed acque cristalline, le isole sono talmente tante e vicine che quasi tutti gli spostamenti si possono fare con tappe giornaliere. Nonostante il tempo sia stato abbastanza variabile, abbiamo avuto sempre vento e raramente abbiamo saltato un bagno. In conclusione le Vanuatu non hanno nulla da invidiare alle isole più note (tipo Fiji e  Polinesia),  e meritano senz'altro un posto tra le star del Pacifico e tra i luoghi più belli al mondo.

Alessandro

 

 




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