Ratua Island

Refola
Alessandro Nodari
Fri 24 Jul 2015 06:38

15:36.67S 167:10.57E

Martedì 21 luglio, alle 7.05, salpiamo l'ancora da Oyster Island. Alle 7.15 siamo davanti alla pass; nei giorni precedenti avevamo attentamente osservato l'escursione delle maree, tenendo come riferimento uno scoglietto isolato vicino al nostro ancoraggio: la partenza è programmata in modo da uscire circa 20 minuti prima dell'inversione (da alta a bassa), in modo da avere un po' di tempo per liberarci in caso di incaglio.

Tutto fila liscio, il fondale minimo che troviamo è di 2,80 metri; il vento è sui 18-20 nodi, e rinforza con il sole a 20-22, esattamente sul naso per la nostra rotta. Facciamo alcuni bordi nel canale tra Santo e le isole Mavea e Aese, al riparo dall'onda, e poi con un altro bordo verso il largo ci mettiamo in rotta per il Malo Passage.

Alle 11.35, dopo aver filato 28 miglia, ancoriamo ad ovest di Ratua Island, su un fondale di 5 metri, sabbioso con qualche testa di corallo isolata (15° 36.673’ S 167° 10.570’ E ); il posto è ben riparato da onda e vento, acqua trasparente e spiagge bianche, uno degli ancoraggi più belli trovati alle Vanuatu.

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Ratua è una piccola isola privata, nel canale tra Aore e Malo; in questo stretto canale le correnti di marea possono raggiungere i 5-6 nodi, con direzione ovest quando cresce ed est quando cala.

Ritroviamo qui il Najad Mawari, già incontrato a Thion ed ad Asanvari; Bob e Sue ci informano che alla sera ci sarà uno spettacolo di Water Music organizzato dal resort, così ci diamo appuntamento a terra.

Verso sera  andiamo a terra per lo spettacolo; al resort sono molto gentili, ci accolgono al loro pontiletto privato e ci prendono la cima per legare il gommone, come ad un grande albergo di lusso lasci la vettura davanti all'ingresso ed il personale te la parcheggia; una gentile signorina ci porge il benvenuto e ci indica il percorso del bar e ristorante (forse ci ha scambiato per clienti del resort); tutto è molto curato ed ordinato, ci prendiamo una birra ed in prima fila su comode poltroncine di vimini insieme agli inglesi Bob e Sue ci gustiamo la Water Music.

Era un'esperienza che ci mancava, non essendo riusciti a farla a Gaua, l'isola in cui ha origine. Tutto sommato siamo stati fortunati ed abbiamo trovato le condizioni migliori: al buio ma con le musiciste illuminate da un imponente impianto luci (il resort in quanto ad elettricità non bada a spese, le parti comuni sono illuminate 24 ore al giorno). Sei ragazze di cui 2 piuttosto corpulente, in acqua fino alla cintura, con indosso “abiti” di foglie, percuotevano l'acqua con le mani, cantando e ballando. Uno spettacolo originale e simpatico, crediamo anche piuttosto faticoso (le “canzoni” infatti erano piuttosto brevi).

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Il giorno seguente, con il dinghy, scendiamo a terra sull'isola di Aore. In prossimità del moletto in cemento vediamo una costruzione adibita ad officina, ci viene incontro un giovanotto ben vestito sui 35 anni, che si presenta come il direttore della scuola, ci dà il benvenuto, ci informa come ogni mercoledì c'è un piccolo mercato di verdure dagli isolani di Malo, mentre al porticciolo una equipe di volontari australiani sta lavorando per costruire uno scivolo per alare grosse barche; l'officina e lo scivolo appartengono alla scuola, che estende la sua proprietà fin sopra la collina. Ci chiede se desideriamo visitare la scuola, dichiarandosi ben lieto di farci da guida.

La costruzione dello scivolo

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Il “mercato” della verdura

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La scuola

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Naturalmente accettiamo l'invito. Il giovane direttore è nativo delle Salomon, è venuto qui per lavoro, ha sposato una donna del posto ed hanno 2 bambini. Camminando nel parco con l'elrba perfettamente rasata ed una vista mozzafiato sulla baia e su Ratua, ci parla della scuola con orgoglio ed entusiasmo: è una scuola privata, della chiesa Avventista del settimo giorno. Ospita 240 studenti tra primarie e secondarie; è dotata di mense e dormitori, dal momento che quasi tutti i ragazzi provengono da diverse isole, anche lontane, come Tanna e le Banks.

Ci viene mostrata la biblioteca, l'aula attrezzata a laboratorio di scienze, la sala computer (con collegamento internet, che il direttore vorrebbe estendere alla biblioteca) e quella riservata agli insegnanti. Alcune parti della struttura avrebbero bisogno di essere rinnovate, molti aiuti giungono  dal governo australiano, ma il loro obbiettivo è di cercare di essere sempre più autonomi.

Alle spalle degli edifici scolastici, verso la collina, ci sono i “garden”, gli orti dove si coltivano frutta e verdura per la mensa. Gli studenti vi dedicano 2 ore al giorno per 3 giorni alla settimana, tutto serve per ridurre i costi delle rette.

Gli chiediamo incuriositi a quanto ammontano queste rette, ci risponde che variano a seconda dell'età dei ragazzi, 700-800 US $ per i più piccoli, 1200-1300 US $ per i più grandi, spesa annuale che comprende vitto e alloggio.

Sono cifra impegnative se si considerano le difficoltà a guadagnare denaro e il fatto che le famiglie da queste parti sono molto numerose … sicuramente una scuola del genere non è alla portata di molti.

Ci congediamo dal nostro simpatico e zelante direttore, che ci scatta una foto con la baia di Ratua - e Refola -  sullo sfondo.

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La nostra esplorazione prosegue con un po' di snorkelling  tra i coralli davanti a Ratua, veramente belli e ricchi di pesce (aveva ragione il gestore del resort, che quando siamo arrivati ci si è avvicinato con una barca a motore, raccomandandoci di mettere l'ancora nell'area sabbiosa, per evitare di rovinare il corallo).

Completiamo la nostra escursione con una passeggiata a piedi sull'isola di Ratua.

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il resort si estende su tutta l'isola, i bungalow sono delle suite esclusive arredate in stile orientale, isolati uno dall'altro ed ognuno con una propria spiaggetta privata.

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Sempre in foggia orientale, un gruppo di camere sono invece disposte intorno ad un giardino ricco di piante e fiori, con una specie di salotto comune che si affaccia sulla spiaggia. I vialetti, naturalmente non asfaltati, sono bordati con grossi tronchi, i prati sono curati, numerosi cavalli, a cui è dedicato un vero “ranch”, sono a disposizione dei clienti, così come calessini e biciclette. C'è addirittura un piccolo aeroporto, o meglio una striscia di prato, ritagliata in una grande distesa di palme. 

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La gestione del resort è davvero molto ospitale con i navigatori: collegamento wi-fi gratuito, libertà di girare per l'isola e di usufruire dei servizi. Il resort è uno dei più belli che abbiamo visto da queste parti, costa una cifra, ovviamente, ma stranamente è pieno di ospiti … anche i ricchi piangono, forse, ma non proprio sempre...




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