Traversata Fiji - Nuova Zelanda 1100 Miglia (3)
35:18.96S 174:07.28E L’ultimo giorno di navigazione doveva portarci venti leggeri, che avrebbero dovuto girare ad WNW e permetterci di mettere prua su Opua, con una andatura al traverso; in realta’ il vento ha continuato a soffiare da SW, a tratti anche con raffiche a 20 nodi, con un’onda corta al mascone. Fino all’ultimo abbiamo sperato che il vento girasse, facilitandoci l’ingresso nella Bay of Islands con il bordo giusto … invece siamo arrivati sotto Capo Brett, circa 3 miglia fuori rotta, e poi il vento ci ha mollato del tutto. Conclusione: percorriamo a motore le ultime 15 miglia, nella grande e frastagliata baia. Paesaggio “irlandese” con colline verdeggianti; e’ sabato, molte sono le barche fuori per il week-and, pescatori e barche a vela per fare due bordi. Alle 13 ormeggiamo al molo della quarantena presso il marina di Opua; abbiamo concluso la nostra traversata di 1158 M, in 7 giorni, 5 ore e 30 minuti. E’ stata una buona traversata, fatta tutta di bolina, la maggior parte con venti trai 10 ed i 20 nodi; la soddisfazione piu’ grande e’ di aver fatto solo 30 ore di motore e percio’ di aver scelto anche una buona finestra. Non appena entrati nelle acque territoriali, abbiamo comunicato via VHF a Radio Maritime il nostro ETA (Estimated Time Arrival) perche’ avvisassero la dogana del nostro arrivo. Infatti, dopo circa mezzora, arriva la squadra della custom: con fare gentile ma determinato, prima si dedicano alle scartoffie e poi, con molta piu’ attenzione e meticolosita’, alla confisca dei cibi proibiti. Eravamo gia’ al corrente delle severe restrizioni, applicate anche in Australia, all’importazione dii prodotti alimentari che potrebbero inquinare l’ambiente. Eravamo quindi preparati: avevamo lasciato fuori solo un po’ di cipolle e di aglio, e nascosto sotto il pagliolo il resto di frutta e verdura, il freezer era pieno carne e pesce e anche di verdura congelata ed abbiamo pensato di non dichiararlo; finita la prima fase, il piu’ anziano della squadra, che rappresentava sicuramente il capo, dice: “qui sotto c’e’ un freezer, indicando la seduta della dinette, vediamo cosa c’e’ dentro”. Siamo stati scoperti! E cosi’, impotenti, vediamo volare in un grande sacco nero 5 bistecche, una confezione di pancetta per la nostra carbonara, oltre a 3- 4 sacchetti di verdura congelata … Lilli ed io siamo rimasti di stucco ed amereggiati, piu’ per la figura meschina che non per cio’ che abbiamo perso. La visita poi e’ proseguita con un’altra squadra di due agenti che hanno perquisito la barca da cima a fondo, alzando paglioli ed aprendo stipetti di loro iniziativa, alla ricerca di altre cose proibite, hanno sequestrato due rametti di corallo che tenevamo per ricordo delle Tuamotu … insomma, e’ stata dura, rimpiangiamo i succulenti mangiarini sequestrati, ma in compenso abbiamo un pezzo di carta con un timbro “FULL CLEARANCE”, e ci accontentiamo ! Alessandro Refola fila di bolina verso la Nuova Zelanda La dura vita dell’equipaggio di Refola TERRA ! il faro di Capo Brett L’isolotto di Piercy all’imbocco di Bay of Islands L’infausto pontile della quarantena
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