PARTITI !

Refola
Alessandro Nodari
Mon 11 May 2015 02:20
30:51.52S 174:35.45E
I dodici giorni trascorsi al Town Basin, il marina al centro della piccola città di Whangarei, sono stati decisamente intensi: frenetici per i lavori a bordo, allegri per la vita sociale, e soprattutto colorati da continui colpi di scena, che di giorno in giorno ci facevano cambiare programma (o la data di partenza).
Cominciamo dalla vita sociale: già appena arrivati al Town Basin ci rendiamo conto che il pontile funziona come una via di un piccolo paese. La gente ABITA sulle barche, tra loro si chiamano "vicini di casa", si invitano l'un l'altro per drink e aperitivi che spesso si prolungano per molte ore, fino a raggiungere tassi alcolici non indifferenti. Veniamo coinvolti in uno di questi meeting, le persone sono tutte simpatiche e gentili, ma devo dire che la mia testa è sempre lì, al lavoro che mi aspetta in barca. Quando poi arrivano anche Cristiano e Luciano con Libero (e un nuovo membro dell'equipaggio, Nicholas, un 26enne giramondo inglese, mai salito su una barca a vela), si ricostruisce la piccola comunità italiana ed insieme facciamo una gita a piedi alle cascate di Whangarei, organizziamo un BBQ nel piccolo parco attiguo al marina, partecipiamo ad una serata danzante i cui protagonisti sono una coppia di giovani italiani, Eros ed Elisa, la cui storia è davvero singolare. Entrambi in
gegneri, dopo la laurea sono partiti dall'Italia in cerca di fortuna e migliori opportunità. Dapprima sono stati in Australia, dove Eros ha lavorato come ingegnere mentre Elisa si è adattata a lavori occasionali. Da due anni invece si sono trasferiti in Nuova Zelanda, dove Elisa ha trovato un buon posto da ingegnere, mentre Eros ha fatto il cuoco, il fornaio, il pizzaiolo, fino a quando è riuscito ad entrare in una multinazionale di costruzioni. Tutto a posto dunque? Sì, tranne il fatto che la piccola e sonnacchiosa Whangarei, dove quasi tutto chiude alle 5 del pomeriggio, andava un po' stretta all'intraprendente coppia romagnola, che con l'obiettivo di trasformare Whangarei nella Rimini neozelandese ha messo in piedi una scuola serale di salsa, di cui erano ovviamente già provetti ballerini. E' stato un grande successo: oltre a molti locali, Cristiano e sua moglie Eliane si sono iscritti e ne è nata una grande amicizia. E così anche noi abbiamo partecipato ad una serata promoziona
le dei loro corsi, tenuta da Reeva, il ristorante pizzeria del marina. Un gran pienone, una serata piacevole.
E veniamo ai lavori: alla mia lista, già lunga, si è aggiunto il montaggio delle nuove ruote da applicare a poppa del dinghy, appena acquistate. E' un modello molto ben congegnato e di facile utilizzo: ci sarà utile nell'atterraggio su spiaggia in presenza di onde, quando è importante allontanarsi velocemente dal bagnasciuga.
Un altro elemento delicato è la sostituzione della scheda del modem Pactor: ne ho comprato una nuova con dispositivo bluetooth, per poter collegare i pc al modem senza cavi e prese USB. Provvedo da solo al montaggio della nuova scheda, ma allo scopo di evitare sorprese chiedo aiuto a Luciano, esperto informatico, per il test di funzionamento. Purtroppo il test è un disastro: nonostante la competenza di Luciano, non solo non riusciamo a far funzionare il modem Pactor in modalità bluetooth, ma sembra persa anche la possibilità di utilizzarlo come prima, cioè con cavo e presa USB. Dopo molti tentativi, protrattisi fino a tarda sera, sia noi che Luciano gettiamo la spugna. Non ci resta che chiamare in Italia Antonio Pezzoni, da cui abbiamo acquistato la nuova scheda: ma purtroppo è venerdì I° maggio e fino a lunedì non se ne parla. Per guadagnare tempo, gli invio una mail anticipandogli il problema. Anche lui è un esperto informatico, sicuramente collegandosi al nostro pc (con Teamvewer
) sistemerà tutto.
Il programma di partenza, in questo momento, è di spostarci in settimana ad Opua, circa 90 miglia più a Nord, per espletare le pratiche doganali di uscita e da lì partire per i tropici.
E qui cominciano i colpi di scena.
Il primo elemento è la situazione meteo che nel frattempo, tra un lavoro e un altro, continuo a studiare. Purtroppo ci detta scadenze inesorabili: l'ultimo giorno buono per salire ad Opua è martedì 5, dopodiché fino a venerdì 8 la zona sarà coperta da una perturbazione con forti venti da Nord, che avremmo dritti sul muso; d'altra parte, ci stiamo avvicinando all'inverno australe ed è normale che le basse pressioni siano più numerose e ravvicinate. Domenica 3 maggio leggo con attenzione la previsione settimanale di Bob Mc Davitt, il guru neozelandese della meteorologia in Pacifico: Bob scrive chiaramente che chi vuole lasciare la Nuova Zelanda in direzione tropici dovrebbe farlo questa settimana, da lunedì 4 a sabato 9 maggio; passata questa data, si dovranno attendere almeno altre due settimane prima che si presenti un'altra finestra adeguata.
Col mio inguaribile ottimismo, penso: ce la possiamo fare! Approfittando dell'apertura dei supermercati 7 giorni su 7, riempiamo la cambusa facendo la spola coi carrelli pieni avanti e indietro fino alla barca; lunedì 4 Pezzoni ci sistemerà il modem Pactor e martedì 5 partiremo per Opua. Faremo dogana e venerdì 8 lasceremo il freddo della Nuova Zelanda...
Scriviamo una mail a Bob Mc Devitt per chiedergli, come già l'anno scorso per venire qui dalle Fiji, di farci da router in questa traversata verso le isole Vanuatu. Gli indichiamo i dati della barca e il nostro programma, anche per avere una conferma di come avevo interpretato le sue previsioni.
La sua risposta arriva a stretto giro: "Sì, la partenza dell'8 maggio è buona, ma bisogna fare i conti con un fronte che incontrereste a metà percorso e soprattutto con una profonda depressione che trovereste all'arrivo alle Vanuatu. Siete davvero sicuri di confermare questa data o preferite aspettare condizioni più agevoli?". Sono spiazzato: certo che non desidero condizioni difficili, ma anche l'attesa non è una prospettiva allettante; l'anno scorso i nostri amici delle barche Joel e Waki sono stati fermi un mese in Nuova Zelanda, dal 7 giugno al 7 luglio, prima di trovare una buona finestra meteo, che poi non è stata nemmeno tanto buona per Joel, che si è trovata in una forte burrasca prima di atterrare in Nuova Caledonia!
Sospendo per qualche ora la decisione. D'altra parte bisogna assolutamente risolvere il problema del modem Pactor, che ci è indispensabile in traversata per inviare e ricevere mail con la radio SSB: è l'unico modo per avere previsioni meteorologiche, non voglio assolutamente farne a meno.
Arriva finalmente il lunedì sera (in Italia lunedì mattina), guardo trepidante le mail ma Pezzoni non ci ha risposto. Comincio a sentirmi impaziente, ormai la partenza di martedì 5 è sfumata. "E' segno del destino", mi dico; vuol dire che seguiremo il suggerimento del guru Bob e aspetteremo. Magari noleggiamo una macchina e facciamo un giro di qualche giorno per la Nuova Zelanda. Rassegnato, scrivo a Bob che rinvio la partenza, anche a causa di problemi tecnici a bordo.
Il martedì sera riusciamo a parlare con Pezzoni, che subito ci dice rassicurante: "è una banalità, la risolviamo in pochi minuti". Ma non è vero: le porte virtuali del pc si sono incasinate, Pezzoni non può far nulla dall'Italia e ci consiglia di cercare un esperto locale. E dove vado a cercarlo? Mi sento completamente disarmato.
A ribaltare completamente le cose arriva una nuova mail di Bob il guru: "La situazione per la partenza di sabato 8 è migliorata, il fronte che si incontra durante il percorso sarà indebolito ed anche la perturbazione che doveva colpire le Vanuatu sta spostandosi verso l'Australia, fatemi sapere le vostre decisioni."
Questa mail ha su di me l'effetto di un'iniezione di adrenalina. Altro che fare i turisti, dobbiamo risolvere il problema del modem e partire!
Provo a chiedere in giro se qualcuno conosce un esperto informatico: Eros non ha indicazioni da darmi, Giorgio di Waki ci dice che un altro velista, Massimo, ha un amico ad Auckland, ma Massimo è in Italia ed Auckland a 130 km. Insomma, ci dobbiamo arrangiare.
Giovedì mattina di buon ora io e Lilli ci mettiamo al lavoro (quando il gioco si fa duro, i duri cominciamo a giocare): ricontrolliamo tutti i collegamenti, e sono risoluto nel peggiore dei casi a rimontare la vecchia scheda. Finalmente un colpo di fortuna: mi accorgo che la spina del collegamento USB non è inserita bene, probabilmente si è spostata durante il rimontaggio. Era questo che bloccava il Pactor: scarichiamo da internet i drivers aggiornati et voilà, tutto funziona perfettamente!
A questo punto sciolgo tutte le riserve: venerdì mattina lasceremo Town Basin, andremo a fare dogana qui vicino, a Mardsen Cove, lasciando perdere Opua e sabato partiremo per le Vanuatu.
Comunico a Cristiano che la mia decisione è presa; lui è ancora indeciso, mentre sentiamo dagli amici francesi dell'Amel Cassiopee che partiranno anche loro sabato, da Opua.
Chiamiamo la dogana di Marsden Cove, ci dicono che per le pratiche di uscita c'è una lunga lista di attesa e dovremo aspettare il nostro turno. Ma ormai nulla può fermarmi. Confermo al guru Bob la data di partenza per sabato 9 maggio.
Venerdì 8, sotto una pioggia leggera ma incessante, lasciamo Town Basin e ripercorriamo verso il mare l'estuario del fiume su cui si affaccia Whangarei, fino a Marsden Cove.
La mattina dopo, puntualissimo, Bob ci invia il piano di navigazione con rotte, venti, stato del mare. Anche il gentilissimo agente di dogana non ci fa aspettare e arriva molto prima del previsto.
Alle 11,30 di sabato 9 maggio molliamo gli ormeggi per cominciare la nostra prima traversata da soli a bordo di Refola. Lilli è emozionata, ma pronta.
Appena siamo in mare aperto un vento leggero da S-SW ci spinge in poppa. Armiamo i tangoni, issiamo il balooner, la vela va su e si gonfia senza intoppi.
Facciamo turni di tre ore, onda da 1 a 2 metri in poppa, a mezzanotte do il cambio a Lilli. Il cielo è stellato, la luna illumina il mare ... mi sento un uomo fortunato.
Alessandro