Santa Cruz (Galapagos)

Refola
Alessandro Nodari
Tue 16 Apr 2013 22:24

0:44.88S 90:18.46W

Lunedi’ 15 aprile, di buon’ora, salpiamo da San Cristobal diretti all’isola di Santa Cruz:  percorriamo 43 M praticamente tutte a motore e per 2/3, fino all’isola Santa Fe, con corrente contraria di circa 1 kn; solo nelle ultime 5 M, riusciamo a navigare a vela, con un vento da est al giardinetto rinforzato a 8-10 kn.

Peschiamo un bel tonnetto sui 5-6 kg, subito pulito e sfilettato dall’abile Mario, che ci ha deliziato prima il pranzo (crudo, con olio e limone) e poi la cena (scottato in padella); una meta’ la conserviamo in freezer. 

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Alle 15.00 siamo a destinazione: ancoriamo nella Bahia Accademia, Puerto Ayora, fondale sabbioso sui 5-8 mt (0°44.88’S 90°18.46’W). Da segnalare che la cartografia elettronica, sia C-map che Navionics, posizionano la barca circa 0,25 M piu’ a ovest (sugli scogli), inoltre la mappa dei fondali e’ molto approssimativa, anche i segnali visti in acqua sono diversi o mancanti; comunque le barche ancorate sono numerose, cosi’ e’ possibile orientarsi abbastanza facilmente.

Dopo l’ancoraggio telefoniamo alla collega del nostro agente Bolivar, sig.ra Irene, che un’ora dopo ci raggiunge in barca con l’ufficiale della capitaneria: le consegniamo la busta dei documenti preparati da Bolivar e dopo circa 15 minuti l’ispezione e’ completata con il benvenuto e pagando 12 $ per lo zarpe di uscita.

Puerto Ayora e’ aperto a sud, percio’ entra una fastidiosa onda che fa rollare molto, chi e’ stato qui consiglia di mettere una o 2 ancore a poppa per mantenere la prua all’onda. Infatti la maggior parte delle barche ancorate, soprattutto verso il fondo della baia, aveva messo la seconda ancora (i water-taxi offrono assistenza per collocare le ancore, al prezzo di 2-5 $); noi ancoriamo sopravvento ad una boa libera, che usiamo come ancora a poppa, le condizioni di rollio sono a momenti migliori, ma il problema rimane.

Per andare a terra e’ molto conveniente il taxi acquatico, da chiamare via VHF sul canale 14, che offre un servizio veloce e puntuale, 0,60 $ il costo della corsa.

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La cittadina di Puerto Ayora e’ ben sviluppata, con molte strade lastricate, percorsi ciclabili e pedonali, una mini citta’ moderna dove si trova un po’ tutto.

Qui finalmente riusciamo a caricare la bombola camping gas da Meccanica Gallardo, 3 $ /kg; presso la capitaneria c’e’ l’istituto oceanografico, dove si possono acquistare carte nautiche dettagliate ed aggiornate.

Col Gianca facciamo una corsa in taxi fino all’isola Baltra a nord di Santa Cruz, dove c’e’ l’aereoporto internazionale, per vedere se c’e’ la possibilita’ di alare la barca per fare carena: in realta’, nel canale tra le due isole, troviamo solo uno scivolo con un rudimentale carrellone a trascinamento, usato dalle barche da pesca. Ci manca l’informazione sul porto principale di Baltra, ma per arrivare la’ bisognerebbe partire presto al mattino...

Il giovane e simpatico taxista ci fa da guida e ci spiega che il 30% del territorio e’ proprieta’ privata, la maggior parte fattorie che coltivano la terra, pascoli con mucche libere, produzione di latte, formaggi, yogurt, anche la carne di provenienza locale e’ molto buona; anche se siamo all’equatore, ad una altitudine di 400 mt, vediamo molto verde e pascoli curati.

Il rimanente 70% del territorio e’ parco naturale, dove vivono allo stato brado capre, asini, gatti, maiali e naturalmente iguana e tartarughe, quest’ultime si spostano anche in prossimita’ dei centri abitati.

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La visita al centro di ricerca intitolato a Darwin e’ piuttosto deludente, pensavamo ci fosse documentazione del lavoro svolto da Darwin a partire dalla sua visita qui, e invece era tutto  un po’ trascurato.  

Il 17 partiamo per Isabella, ma a Santa Cruz torneremo la settimana prossima per il cambio di equipaggio.

Alessandro