Pacifico - Costa Ovest di Panama 4
08:15.96N 82:51.40W
Domenica 31 marzo ritardiamo la partenza alle 10.00 per vedere se riusciamo a prendere un po’ di vento: infatti, alle 11.00, arrivano 8-9 kn e verso le 12.00 riusciamo a procedere finalmente a vela; arriviamo alle 16.30 a Puerto Armuelles.
Ancoriamo seguendo le indicazioni del portolano, a SW della parte terminale dello sgangherato molo, fondale sui 5 mt con la bassa marea, sabbia e fango ottima tenuta (8°16.00’N 82°51.39’W).
Neanche il tempo di terminare la manovra, arriva una lancia con l’autorita’ portuale, subito le cose si mettono male, perché il tizio, una volta guardati i documenti, ci contesta tutta una serie di infrazioni:
1. mancanza del permesso di navigazione nelle acque territoriali panamensi
2. siamo in possesso del permesso di navigazione internazionale per le Galapagos MA non abbiamo i timbri di uscita sui passaporti (ufficio immigrazione)
3. non siamo a posto con l’uscita doganale da Colon
4. mancanza certificato di “quarantine” (questa ci e’ proprio nuova)
Non ultimo ci richiama per non aver risposto sul canale 16 alle chiamate e lamenta di essere stato costretto ad affittare una lancia per venirci a parlare. Tutto questo il giorno di Pasqua alle 17!!!
E qui comincia la nostra opera di scuse e spiegazioni : avevamo ripetuto due volte la manovra di ancoraggio e li avremmo richiamati immediatamente appena finito, credevamo di essere in regola con tutti i documenti, la nostra intenzione era di partire da Panama per le Galapagos, non abbiamo trovato vento favorevole e per questo abbiamo iniziato a costeggiare verso ovest, eravamo in cerca del vento, abbiamo consumato un sacco di gasolio … ecco perche’ siamo entrati ad Armuelles, per fare scorta di gasolio e generi alimentari! Insomma mancava solo che tirassimo fuori anche una nonna ammalata da andare a trovare …
Per fortuna, dopo un po’ l’agente si e’ ammorbidito … “Va bene” dice Omar (ormai siamo amici) “vi voglio aiutare: intanto pagate 20 $ per la lancia che mi ha portato qui, poi venite domattina alle 9 nel mio ufficio, prepariamo una dichiarazione e vi accompagno all’autorità marittima, alla dogana, all’immigrazione, alla quarantena e faccio venire l’ispettore per il controllo del carico di gasolio…”
Alle 9 in punto, con il capo cosparso di cenere, siamo da Omar che con grande disponibilità e pazienza, dopo aver lui stesso digitato in spagnolo la dichiarazione che io ho poi sottoscritto, ci accompagna nei vari uffici, dandosi un gran daffare per spiegare a tutti la nostra situazione.
L’ostacolo piu’ duro è stato all’Autorita’ Marittima (Marina Mercante, la chiamano), dove una giovane signora, un po’ in sovrappeso, si e’ inferocita col suo collega di Colon (che ci ha lasciato andare senza permesso di navigazione), ha cominciato a cercarlo al telefono per dirgliene quattro. Inizialmente ci voleva fare il permesso (al costo di 205$), e darci anche una multa di 100$ perche’ ne eravamo sprovvisti; alle nostre timide proteste (…abbiamo gia’ pagato molto per il canale… in fondo siamo qui per fatalita’ … il vento, il gasolio…) si ammorbidisce anche lei, fa una nuova telefonata e trova il modo di farci pagare solo 12,70$. Mai visto gente tanto gentile !
Insomma tutto è andato per il meglio, abbiamo pagato altri 10$ per un nuovo zarpe ed ora siamo in regola per 48 ore, prima di partire dovremo fare i timbri di uscita sui passaporti.
Facciamo 2 giri dal distributore in città con 5 taniche da 20 litri, l’ispettore del gasolio e’ rimasto al pontile e se n’e’ andato verso le 13.30, quando abbiamo completato l’ultimo trasbordo, senza chiederci contributi o tasse.
Siamo stati poi a pranzo al ristorante – pizzeria da Don Carlos, un colombiano che vive qui da molti anni, dove peraltro abbiamo mangiato ottimamente con 11 $ a testa; Carlos ci ha raccontato che 20 anni fa Armuelles era una ridente cittadina con la voglia di svilupparsi; c’era il commercio delle banane ed era stato costruito quel lungo pontile su putrelle di acciaio, molto robusto perche’ vi transitavano i carri su rotaie, un lungo frangiflutti sulla costa per riparare dalla marea, 3-4 mt., e dalle mareggiate.
Poi il trasporto delle banane si è interrotto, il molo è stato abbandonato, per 2 volte le mareggiate hanno rovinato il frangiflutti e tutte le belle intenzioni di avere uno sviluppo, anche turistico, sono sfumate, Carlos se l’e’ presa un po’ con il governo, ma anche con la gente che non si da’ da fare.
Abbiamo trovato ovunque gente gentile e disponibile ad aiutarti, a cominciare dal primo signore incontrato, il nostro amico Omar che rappresenta l’autorita’ portuale di Armuelles.
Oltre alla gentilezza e disponibilita’ della gente del luogo, ci ha colpito una lunga fila davanti alla banca, fatta di persone – molte donne vestite a festa, in abiti tradizionali – in coda per ritirare al primo del mese l’assegno di sostegno erogato dal governo.
Martedì 2 aprile Mario ed io facciamo un giro con il bus a David, che è la seconda città per importanza, dopo Panama City; 2h e 20’, con 100 fermate sono un bel viaggio, ma l’aria condizionata e il panorama delle campagne ci hanno allietato il tempo.
Siamo arrivati verso le 11.00 al terminal che si trova in centro citta’, ma in realtà sembra di essere sempre in periferia, tanti centri commerciali, tanti negozi dove si trova di tutto.
Infatti scopo del viaggio era anche cercare una prolunga per le chiavi a bussola e i deumidificatori manuali a sale che avevo cercato invano a Panama; alle 16.30 eravamo già tornati con la nostra spesa completa, un po’ delusi perche’ ci aspettavamo una citta’ diversa, piu’ simile al centro di Panama City.
Al ritorno il cielo si è coperto ed e’ piovuto in tutta la zona fino ad Armuelles; è proprio in questi giorni che comincia la stagione delle piogge e per noi è arrivato il tempo di lasciare lo stato di Panama, domani salperemo per l’isola del Coco, sperando di trovare un po’ di vento favorevole.