Fiji: da MAKONGAI a SAVU SAVU
16:46.69S 179:19.91E Martedì 18 agosto alle 12.55 lasciamo, come detto un po' a malincuore, Levuka. Attraversiamo l'ampia pass 2 miglia ad est della città, sul cui limite sud è posizionato un grande segnale luminoso; appena fuori issiamo le vele ed un bel venticello sui 15 nodi cancella il dispiacere di essere partiti un po' in fretta. Alle 15.15 siamo alla pass a NW di Makongai, che conosciamo bene essendo stati qui lo scorso anno, e alle 15.45 ancoriamo nella baia davanti al centro di allevamento marino Maricolture, su un fondale sabbioso sui 13 metri (17°26.487'S 178°57.165'E); ci sono già altre 7 barche ancorate. Il mattino seguente si annuncia una bella giornata di sole: aliamo il dinghy e scendiamo a terra. Conservavamo un bel ricordo di questo posto, ci avevano accolto e raccontato con molto entusiasmo delle attività per allevare tridacne e tartarughe, dell'ambizioso progetto per conservare i resti del lebbrosario (chiuso nel 1969) prima che la fitta vegetazione tropicale ne cancelli le tracce; confidavano che il governo finanziasse questo tentativo di recupero di un pezzo importante della storia locale, ed anche la costruzione di una strada di collegamento al villaggio principale, che si trova dalla parte opposta dell'isola. Oggi non ritroviamo quasi nulla di quell'energia comunicativa: incontriamo solo bambini e due giovani uomini che, seppure sorridenti, non sembrano interessati ai visitatori. Il centro di allevamento marino, rispetto all'anno scorso, ci appare meno attivo: molte vasche vuote, due vecchie tartarughe giganti e niente piccoli, mentre di tridacne ci sono solo esemplari giovanissimi. Nessuno fa cenno al lebbrosario, e noi pensiamo che forse il governo ha risposto picche al loro progetto... ripercorriamo per conto nostro il sentiero tra le rovine fino al cimitero, dove l'anno scorso ci avevano accompagnato, con la sensazione che qualcosa si sia perso. Per consolarci facciamo un po' di snorkeling sul nostro corallo preferito, dove alloggia una tridacna gigante (90 cm): è sempre lì, con il solito pesciolino che fa da guardia perché nessuno le si avvicini troppo (vedi blog del 4/10/2014). Giovedì 20 agosto lasciamo Makongai. Usciamo questa volta dalla pass NE, che è nuova per noi; comunque abbiamo tre way-point riportati dal Compendium delle Fiji e l'immagine satellitare. La affrontiamo alle 8.25, con la marea crescente (la massima sarà alle 9.30), corrente praticamente nulla ed assenza di onde stazionarie; insomma facile facile, in pochi minuti siamo fuori, ed abbiamo risparmiato 5 miglia rispetto alla rotta tramite la pass di NW, da cui eravamo entrati. Il nostro piano di navigazione prevede una tappa di circa 48 miglia, fino a Savu Savu, ma se la direzione del vento ci obbligasse a fare bordi o se il vento dovesse calare abbiamo l'opzione di una tappa più corta (27 miglia) fino a Namena Island, dove peraltro abbiamo fatto sosta anche lo scorso anno. Ma la navigazione non ci riserva sorprese, il vento resta tra i 10 e i 15 nodi, comoda andatura di bolina larga / traverso, filiamo spediti con tutte le vele spiegate e alle 14.50 chiamiamo il Waitui Marina di Savu Savu sul canale 16 VHF, e ci facciamo assegnare un gavitello. Questo posto ci ispira simpatia: la baia è ben protetta ed arieggiata, la piccola città di Savu Savu, che si affaccia sulla baia, ha un tono allegro e quasi caraibico, ed offre ampia scelta per i rifornimenti (supermercati, mercato ortofrutticolo, negozi vari). Poi ci piace l'atmosfera familiare del Waitui Marina, dove la simpatica manager Jolene si ricordava di noi ed anche di Cristiano ed Eliane, e al cui piccolo “ristorante” mangiamo il migliore fish and chips della stagione, spendendo 10 euro in due (comprese le birre). Lo preferiamo di gran lunga al più blasonato “Coprashed Marina”, raffinato ma … freddo. Passiamo tre giorni tra relax, spese, lavoretti in barca ; riusciamo pure a far riparare una lampada a led, dallo stesso elettricista che l'anno scorso ci ha venduto l'inverter. Il tempo questa volta è stato dalla nostra, qualche nuvoletta, ma tanto sole. Rabbocchiamo la cambusa e domani, 23 agosto, saluteremo Savu Savu. Alessandro
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