Da Noumea a Maré, Isole Loyauté

Refola
Alessandro Nodari
Fri 25 Sep 2015 06:00

22:26.83S 166:48.87E

La nostra crociera in Nuova Caledonia comincia sabato di 19 settembre: alle 9.30 molliamo gli ormeggi dal Marina Port Moselle. Navigheremo qualche giorno nella laguna meridionale di Grande Terre, l'isola principale, per poi andare a visitare le Isole della Lealtà …..

La prima tappa è alla Baia de Prony, a 30 miglia, dove abbiamo fatto la prima sosta dopo la traversata dalle Fiji. La baia offre molti ancoraggi ben ridossati; questa volta scegliamo Ilot Casy, dove c'è una riserva di coralli, l'ancoraggio è vietato ma sono stati predisposti una decina di gavitelli.

Durante il percorso abbiamo poco vento, navighiamo con il motore a basso regime e le vele spiegate, per alcuni tratti abbiamo anche circa un nodo di corrente a favore. Alle 14.40 arriviamo a destinazione; dei 10 gavitelli presenti 6 sono occupati, prendiamo quello più a nord, sotto la chiglia abbiamo 3-4 metri d'acqua, ma l'acqua è talmente limpida che sembra di toccare il fondo, con  bellissimi rami di corallo (22°21.361S 166°50.524'E).

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I gavitelli sono in buono stato di manutenzione, a terra c'è un pontile in legno, che probabilmente serviva una specie di resort, ora in stato di abbandono. A terra, a parte alcune persone che avevano piantato un paio di tende, non vediamo alcuna altra presenza.

Domenica 20 ci regaliamo una giornata di relax: c'è un bel sole, ma l'acqua è freddina,  sui 23-24°. La temperatura dell'aria invece subisce degli sbalzi notevoli, 15° la notte per arrivare a 25°-27° nelle ore centrali della giornata.

La sera del sabato avevamo sentito alla radio SSB l'amico Leopoldo, in navigazione dalle Vanuatu, che dovrebbe atterrare in Nuova Caledonia questa mattina; lo abbiamo chiamato al VHF, qualche volta, senza però ottenere risposta.

Lunedì 21 riprendiamo la navigazione alle 7.30, con destinazione l'isola dei Pini (Ile des Pins), a 38 miglia nell'estremo SE della laguna di Grande Terre. Abbiamo 15 nodi di vento in prua, e come se non bastasse anche corrente  contraria: col motore a 1800 giri velocità a fatica supera i 4 nodi. Velocemente decidiamo di cambiare programma: abbandoniamo la meta dell'isola dei Pini, faremo una sosta a Port Koube, a 10 miglia, per ripartire nel tardo pomeriggio, navigando in notturna fino a Maré, l'isola più a sud del gruppo Loyautè, a 82 miglia.

Port Koube è una baia ampia e ben riparata nell'isoletta di Quen, l'accesso è parzialmente ostruito da alcuni bassi fondali corallini, ma il passaggio è ampio ed il reef è identificabile dall'onda che frange; all'interno il mare è calmo, la baia è deserta. Siamo circondati da colline con scarsa vegetazione, la terra è rossastra ed anche le piccole spiagge sono di sabbia rossa. Ancoriamo nella parte sud, denominata Baie Tranquille (nome davvero azzeccato) su 12-13 metri di sabbia (22°26.839'S 166°48.879'E).

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Si tratta solo di una sosta tecnica, per arrivare a Maré con le prime luci dell'alba.

Alle 16 salpiamo, abbiamo circa due ore per arrivare alla pass di Havannah quando inizia a far buio; la marea calante dovrebbe darci un po' di corrente a favore, la minima è alle 18.26. In realtà quando raggiungiamo la pass  siamo nella stanca; incrociamo due navi in entrata, una delle quali ci chiama al VHF per avvisarci che le nostre luci di via sono poco visibili; avevamo acceso quelle in testa d'albero, che ad un primo controllo ci sembrano a posto, ma ad ogni buon conto accendiamo anche le luci di via basse, fino all'uscita della pass.

Il vento è sui 15-18 nodi al traverso, riduciamo le vele in modo da tenere una velocità media sui 6 nodi, non vogliamo arrivare nel buio! Con il primo chiarore dell'alba siamo a 3 miglia dall'arrivo;  una volta raggiunta la zona ancoraggio, proprio fuori dal piccolo porto di Tadine, facciamo un giro di perlustrazione. Per godere della protezione del frangiflutti rispetto all'onda da sud, bisognerebbe ancorare ad ovest dell'entrata, ma in quella posizione si potrebbero creare difficoltà alle manovre delle navi; decidiamo quindi di stare fuori, a sud-est del porto. Alle 6.15 ancoriamo a circa 300 metri dal frangiflutti, su un fondale di sabbia e corallo sui 14-15 metri (21°33.004'S 167°52.515'E).

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Dopo un po' di riposo, nel primo pomeriggio, aliamo il dinghy per fare un giro in paese. All'interno del porto, sul versante nord, a sinistra dell'ingresso, c'è un robusto pontile galleggiante, adatto all'ormeggio all'inglese di una barca. I fondali sembrano adeguati anche con la bassa marea (circa 2,5-3 metri); lo stesso pontile viene utilizzato, sul lato opposto, come dinghy-dock.

Port Tadine, pur essendo il villaggio principale di Maré, non dà certo l'impressione di un grande centro abitato: vediamo poche abitazioni, ma in prossimità del porto ci sono il municipio (Marie), una banca, l'ufficio postale, la gendarmeria, l'ufficio informazioni turistiche, un piccolo mercato ortofrutticolo ed un supermercato discretamente fornito.

La nostra prima esigenza è collegarci ad internet, perché abbiamo diverse mail da spedire e da ricevere. Ci dicono che l'unico posto dove è possibile avere una connessione è un centro culturale che si trova sul lato opposto dell'isola, a circa 50 km; riusciamo però a dare un'occhiata veloce alla posta in arrivo, per gentile concessione di un impiegato dell'ufficio che gestisce l'acqua dolce, che cortesemente ci cede per qualche minuto la sua scrivania ed il suo computer. 

All'ufficio informazioni turistiche, grazie all'aiuto di due simpatiche ragazze, prenotiamo per il giorno dopo il noleggio di un'auto; la tariffa per un giorno è 6000 CFP (circa 50 €).

Mercoledì 23 settembre, giornata da turisti: Maré è davvero bella. Acqua ovunque limpida e trasparente, alcuni tratti di costa con rocce calcaree di corallo, altri con spiagge bianchissime.

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Facciamo il giro dell'isola e restiamo impressionati per la cura delle strade, niente buche, bordi segnalati e curati con erba rasata.

A Pede, circa due miglia a SE dal nostro ancoraggio, visitiamo la tomba di Yewene Yewene (YeYe) uno dei leader del movimento indipendentista della popolazione locale dei Kanak, ucciso nel 1989.

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Nella piccola guida, presa all'ufficio turistico, leggiamo fra le possibili sistemazioni per turisti l'”Accoglienza in tribù”: si tratta di piccoli e spartani “resort”, dotati di bungalow, cucina e tavola calda, che si trovano nelle vicinanze di villaggi tradizionali. Ne abbiamo visitati parecchi, molto carini, tutti senza clienti.

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Un altro punto cospicuo è “Il salto del guerriero”, dove la costa diventa un alto costone di roccia calcarea a strapiombo sul mare.

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Arriva l'ora di pranzo e ci rendiamo conto di non aver visto ristoranti. Di fronte all'aeroporto di Roche troviamo un piccolo mercato ortofrutticolo, dove un gruppo di donne, finito l'orario di vendita, passano il tempo giocando a bingo. Uno dei banchi è attrezzato per mangiare: un pentolone di riso, un altro con pollo in umido, un terzo con insalata mista e polipo.

Decisi a non badare a spese, ci concediamo questo lauto pranzo. Il cibo è niente male, le signore gentili e sorridenti; spendiamo in due 850 CFP (circa 7 €), compreso il dolce (una crepe ed una frittella).

Arriviamo al centro culturale intitolato a Yewene Yewene, dove c'è un piccolo museo che ricorda le imprese dei Kanak per la conquista della libertà ed il riconoscimento dei propri diritti.

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Qui c'è anche la biblioteca con la famosa postazione internet. Gentilmente una signora in abiti tradizionali ci accende il computer, ma siamo sfortunati: proprio oggi c'è una interruzione del servizio, dalle 12 alle 17, per lavori sulla rete …. occasione sfumata.

Dato che il giorno prima una signora (incontrata per caso davanti all'ufficio postale) ci aveva invitato alla festa che i pescatori di Rho, villaggio sulla baia a nord dell'isola, organizzano davanti alla loro chiesa, andiamo a vedere se la baia offre possibilità di ancoraggio; negativo: a parte l'ancoraggio di Tadine e Pede, non ci sono altri posti dove stare tranquilli e fermarsi anche di notte.

Abbandoniamo così l'idea di spostarci a Rho e decidiamo invece di proseguire, giovedì 24 settembre, verso l'isola di Lifou.

 

PS: Siamo riusciti a risolvere il problema della connessione ad internet: abbiamo acquistato una sim locale (6185 CFP, circa 52 €, incluso traffico per 3000), che inseriamo nell'I-phone (grazie Uni!) e utilizziamo come hotspot personale per collegarci col PC. 24 ore di connessione senza limiti per 400 CFP (che vengono scalati dal credito iniziale di 3000). Hurrà!!!

 




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