finalmente partiamo

Viaggiando verso Ovest
Giuseppe Tuttobene
Tue 15 Dec 2009 16:44

Lunedì 14 Dicembre,

11° 22’Nord, 63° 08’ Ovest

Venezuela - Los Testigos – Isla Grande -  ore 23.00 locali (04.00 della mattina in Italia)

Per chi segue la nostra avventura, ci eravamo lasciati a Scotland Bay, una tranquilla e selvaggia baia, a nord ovest di Trinidad and Tobago; ed ora eccoci qui, a Los Testigos, un arcipelago di piccole isole pressoché disabitate.

Ma ritorniamo alla nostra partenza da Trinidad, dopo aver studiato bollettini meteo e la rotta da seguire ed averne calcolato la lunghezza, decidiamo di partire verso le 10 di mattina, stimando l’avvicinamento e l’atterraggio con la luce dell’alba, del giorno seguente. 120 sono le miglia all’incirca da percorrere, di cui 40 verso Nord, allontanandosi dalle coste del Venezuela, causa pericolo pirati, e virando poi verso Ovest, altre 80 miglia fino a destino. Media calcolata come velocità per l’ETA  6 nodi...risultato: nessuno o meglio Nettuno, in mare, è colui che prevede e decide.

Usciamo dalla baia protetta,  il mare è già formato e il vento sui 20 nodi, finalmente l’aliseo di nord est si fa sentire, e questo è solo un assaggio di ciò che ci riserba per questa prima tappa! Apriamo il nuovissimo genoa, spegniamo motore ed inizia la magia dell’andare a vela: il vento che ti accarezza il viso, il dolce cullare del rollio della barca,  il tranquillo sciabordio della prua che fende l’acqua e lo sguardo che si perde sull’orizzonte. Dopo circa un’ora di navigazione alle nostre spalle, sulla destra, il cielo si fa plumbeo ed il mare  diventa scuro;  il vento inizia a farsi più forte, ora è sui 30 nodi ed inizia a piovere. Scendo in coperta per controllare l’acqua in sentina, Il kap rimane al timone, il tempo di azionare la pompa di sentina, per togliere quel poco d’acqua che abbiamo scoperto infiltrarsi dall’attacco del timone e sento  Giuseppe chiamarmi a gran voce, esco e trovo la situazione completamente cambiata, il groppetto sottovalutato che ci aspettavamo, si è poi rivelato essere un bel “groppone”,  riduciamo a fatica il grosso genoa e ci rimettiamo in navigazione, con vento sui 40 nodi ed aspettiamo che passi. Per me è stata un’emozione nuova, da una parte eccitante, ma non nascondo che ogni tanto la paura si faceva sentire. Il resto della navigazione è stata abbastanza tranquilla, fino all’arrivo a Los Testigos con circa una decina d’ore di anticipo sulla tabella di marcia. La corrente favorevole ed il lungo e potente groppo, ci hanno letteralmente messo le ali sotto la barca e volare a destinazione.

Ore 22.30 ca, avvistiamo il faro posto a sud di Isla Testigo Grande, lo puntiamo e dopo circa un’ora siamo a destino; caliamo l’ancora in una baia a metà isola sulla costa ovest, apriamo due  latte di fagioli di cui una messicana dal nome inquietante “dynamite”, soprattutto pensando al post cena, e poi ubriachi dalla stanchezza, ci ritiriamo ognuno nella propria cuccetta.

Stamane mi alzo, cerco di fare il meno rumore possibile per non svegliare Giuseppe e sgattaiolo fuori in coperta….che spettacolo! Quello che il buio aveva nascosto ai nostri occhi ieri sera, oggi si rivela in tutta la sua bellezza. Un cielo azzurro ed un’acqua color smeraldo fanno da cornice ad un’isola mantellata da piante di cactus  qualche duna qua e là e spiagge di sabbia fine con alte palme da cocco.

Nel pomeriggio ci sposteremo più Nord, cercando un posto più riparato, qui con uno spagnolo italianizzato, facciamo conoscenza, di alcuni pescatori provenienti da Isla Margarita, che occupano temporaneamente una baracca sulla spiaggia. Compriamo del pesce da una barca di pescatori all’ancora, 1 kg di pesce per 5 USD , un bagno nelle acque cristalline dell’isola, una spaccata di cocco, per sentirsi un po’ come Robinson Crosue e poi torniamo in barca…il nostro pescado aspetta di essere infornado, un buon vino bianco cileno e poi un ottimo libro, dal quale rubo e regalo a voi questo verso: la musica del vento e il canto del mare, sono un inno alla gioia di esistere.

A presto,

 Cesare