Portobelo

Viaggiando verso Ovest
Giuseppe Tuttobene
Wed 3 Feb 2010 13:26
Avvicinarsi alla terra comportava una decisione sul
luogo di approdo che poteva anche essere cambiata rispetto ai
programmi.
Puerto Colon era la meta iniziale, il porto
panamense che dà l'accesso all'omonimo canale sul lato atlantico. Un porto
d'entrata in cui espletare le formalità, immigation e custom,
necessarie per entrare ufficialmente in un paese. Un porto grande, molto
frequentato, circondato dalle citta - bidonville di Colon e Cristobal. Un porto
dove ho l'impressioe che non si stia proprio bene. Un porto dove il punto di
riferimento storico degli yachts di passaggio, lo Yacht Panama Canal Club, era
stato demolito nel marzo dell'anno scorso.
Portobelo, 18 miglia più a nord - est, è
una profonda insenatura che fornisce un riparo naturale eccellente.
Siamo nei primissimi del 1500 quando Cristoforo
Colombo ne apprezzò le caratteristiche naturali tanto da chiamarlo Puerto Bello.
Questa sua conformazione fisica fece si che a metà dello stesso secolo
l'allora re di spagna Filippo II decise di fare diventare Puerto Bello il centro
commerciale degli scambi tra i commercianti locali del nuovo mondo e il regno
spagnolo. L'accresciuta importanza strategica e commerciale che assunse puerto
bello, attrasse le azioni di contrasto comandate dall'inghilterra. E'
questo il periodo dei ripetuti attacchi da parte dei corsari inglesi Drake e
parecchio tempo dopo Morgan e altri che distrussero in più riprese le
fortificazioni spagnole. Quattro erano i forti che difendevano il sito di cui
rimangono purtroppo oggi solo che dei resti parzialmente ricostruiti e alla cui
demolizione contribuì fortemente la costruzione del canale di Panama che ne
utilizzzo le pietre per erigere le dighe.
Di fronte a tali scelte, secondo voi, dove ho
approdato?
Lo sento un posto pregnante di storia e questa
sensazione è sicuramente creata dal fatto che abbiamo raggiunto Portobelo dal
mare, è da qui che lo vediamo. Una insenatura ampia e profonda, allungata in
direzione NE- SW che dà riparo dal mare predominante da NE, circondata da fitta
vegetazione di foresta pluviale che ricopre le alture circostanti. Sulla sua
sponda destra in fondo alla baia il fatiscente paesino di Portobelo le cui
poverissime costruzioni sono inframezzate ai resti dei forti. Spazzatura, tanta
spazzatura. Alcuna sicuramente quale residuo di un bagordo notturno del quale da
bordo il giorno dell'arrivo sentivamo la musica. Bottiglie di ogni tipo lasciate
in uno spiazzo erboso che doveva essere stato il teatro della festa. Ma a
prescindere dallo sporco nato dall'evanto, il sudiciume fa parte
integrante del paesaggio disperso in ogni angolo. Sudiciume che è anche l'accumulo di vecchie
cose che noi nel nostro benessere butteremmo, perchè consideremmo
spazzatura, e che invece per gli abitanti del posto costitisce la propria casa,
i propri mobili le proprie cose. Tutto vecchio, tutto povero.
Impressionante la chiesa, non a prima vista, ma
addentrandosi, sul lato sinistro un certo numero di persone, per lo più
donne, stava a pregare di fronte un Cristo negro, trascinante una croce e
illuminato da un centinaio di lumini votivi. Una donna, ha trascorso sotto i
miei occhi diversi minuti per trovare lo spazio sulla mensola tra gli altri
lumini .per porre il suo appena acceso. Un Cristo Nero molto venerato,
credo sia il protettore dei ladri.
Giuseppe
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