Vanikolo - Isole Santa Cruz - Salomon
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E Sul Malaika si sono sviluppate delle consuetudini che con l’andare
del tempo sono diventate dei riti sacri, a cui non si può prescindere. Uno di
questi è il rito dell’aperitivo serale. L’aperitivo serale sul Malaika si beve tutti i giorni, salvo casi del
tutto eccezionali, in un’ ora che va dalle 17:30 alle 18:00. Generalmente consiste in un Gin Tonic o
in un Planteur (Rum Punch). In rari casi di carenza di materia prima, si finisce
su di un bianco ghiacciato. Della preparazione se ne occupa Adriano, chi meglio
di lui? Il tutto naturalmente accompagnato da due scodelle di noccioline,
mandorle tostate, anacardi, pistacchi, bagiggi indiani, patatine fritte, etc. E’
un momento importante quello dell’aperitivo serale, in cui tutti ci sentiamo
stanchi e rilassati e più disponibili a parlare, a fare il resoconto della
giornata o del particolare periodo di navigazione ed a proporre e concordare il programma per
la giornata successiva. Ed e proprio dopo l’aperitivo di ieri sera, verso le 19:00, che
abbiamo salpato l’ancora ed abbiamo lasciato, a malincuore, le Isole Vanuatu ed
abbiamo fatto rotta sulle Isole Santa Cruz, le isole più meridionali delle
Salomon. Isole Salomon! Non so perche ma questo nome mi suscita un po’ di
emozione e di inquietudine. Con le isole Salomon finisce certamente quel
paradiso di pace e tranquillità che abbiamo trovato da Panama a Vanuatu. In vari
portolani e testi sacri di navigatori oceanici si comincia a leggere che a
partire da ora bisogna stare un po’ in campana, bisogna evitare di ancorare in
baie deserte ed appartate, trattare con la gente con cortesia e fermezza, non
dare troppa confidenza e soprattutto stare attenti a non lasciare roba in
coperta alla merce di che se ne vuole appropriare. Si è sentito parlare di
qualche caso di pirateria e di furti, fortunatamente in isole che non ricadono
sul nostro tragitto. Ed invece la nostra prima esperienza è stata completamente diversa!
Siamo approdati questa mattina presto nell’Isola di Vanikolo, ed
abbiamo gettato l’ancora davanti al villagetto di Peou. Siamo venuti qui su
indicazione di un dentista francese che abbiamo incontrato la settimana scorsa
che ci ha raccontato che sul reef davanti a Peou è affondata nel lontano 1769 la
nave del famoso esploratore francese Laperouse (veramente non abbiamo ancora
capito se Laperouse era il nome dell’esploratore francese o il nome della nave
affondata, appena avremo un contato wi-fi lo verificheremo), “rivale” del più famoso Cook, e che lui
ha partecipato alla campagna di rilevamento e recupero di reperti
storici. Pochi minuti dopo aver spento il motore siamo stati “abbordati” da
una canoa con tre persone il cui capo, Daniel, in un ottimo inglese ci ha dato i
benvenuti nel suo villaggio, ci ha portato in omaggio un casco di banane, delle
melanzane e dei limoni e si è offerto di assisterci per visitare il villaggio e,
eventualmente, immergerci sul relitto di Laperouse! E inutile che vi dica che dopo mezz’ora eravamo già a quaranta metri
di profondità alle prese con una difficile identificazione di un qualsiasi
indizio che lasciasse presumere che in quel posto oltre 200 anni fa era colata a
picco una nave costruita per la maggior parte in legno. In effetti l’unica cosa
che siamo riusciti a vedere è stata l’ancora ed alcuni blocchi di ferro,
probabilmente le zavorre di sentina. Comunque l’emozione è stata
forte. Nel pomeriggio abbiamo visitato il carinissimo villaggio di Peou dove abbiamo barattato tre t-shirt per 4 enormi granchi delle mangrovie ed il resto della serata l’abbiamo passato a spolpare e divorare questa vera prelibatezza. Enrico sull'ancora del relitto
Laperouse
Adriano, Enrico, Daniel ed i suoi figli intorno al
monumento commemorativo della campagna di recupero
Adriano ed uno dei quattro granchi delle mangrovie
barattati con t-shirts
SY MALAIKA5
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