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magix
CP
Sun 20 Dec 2015 17:46
Elegia del Timone (escusatio non petita)

Il Timone a mio avviso rappresenta l’apoteosi dell’esperienza di mare e specialmente di vela. Cerco di raccontare cosa racchiude:
i) Controllo. Forse la caratteristica piu’ ovvia, ma non la intenderei come la smania dirigistica (da control freak per interndersi). Piuttosto trovo stimolante la capacita’ di giudizio e la misura. Tali facolta’ sono sollecitate di continuo nella conduzione di una barca a vela, in cui si supervisiona l’insieme di informazioni provenienti da mare, attrezzatura, equipaggio. E con queste si interagisce.
ii) Strategia. Si puo’ timonare favorendo la velocita’ pura della barca (per il divertimento) o l’avvicinamento alla destinazione (max VMG, ovvero Velocity Mage Good, che tiene conto dei bordi necessari al suo raggiungimento - favorendo l’efficienza rispetto allo scopo utile del tragitto), o ancora per minimizzare il disagio per l'equipaggio o l’attrezzatura (passenger comfort). La scelta/decisione a volte condivisa e’, in definitiva, nelle mani del timoniere.
iii) Contatto. Il timone e’ infine il punto di contatto con il mare attraverso l’appendice mobile che si orienta. E’ lo strumento con cui si da istruzione alla barca e si riceve indicazione dall’elemento in cui essa avanza, e sull’equilibrio e messa a punto dell’invelatura. Vedo analogie con il cavallerizzo, anche se manca l’imprevedibilita’ animale del cavallo, eppure voglio farvi notare che la parte immersa della carena si chiama ‘Opera Viva’! Certamente e’ un’esperenza molto piu’ complessa di quella della guida di un'automobile, se non altro appunto per la continua variabilita’ del moto ondoso e del vento.
Ecco proprio quesa complessita’ fa si che in questi giorni mi rendessi conto di quante parole fossero necessarie a spiegare ad alcuni nostri compagni di viaggio meno esperti i rudimenti della conduzione con mare mosso e/o di notte. In effetti ci ritrovo quel mix inscindibile di elementi tecnici e istintivi (arte e scienza) che fa dire ad alcuni che timonieri si nasce, non si diventa.

In termini piu’ pratici, credo che dovremo mettere a frutto lr nostre migliori qualita’ per affrontare la situazione attuale in cui il vento c’e’ (troppo per il Big Bubble) ma esattamente in poppa (e quindi non adatto alle vele bianche) per la ns destinazione, il che ci obbliga a zig-zagare cercando appunto il bilanciamento ottimale tra VMG e stabilita’ della barca. Dovremmo farcela...