Anita day 5 - 21:02.35N 26:02.12W
Day 5 La notte è tranquilla. Il vento è intorno ai ventidue nodi,
con punte a 27-28. Le onde sono piuttosto alte e Anita plana raggiungendo
velocità elevate. Si scatena la gara fra chi riesce a raggiungere la velocità
più alta. Il turno di Renato e Federico supera i 15 nodi in planata su un’onda
molto alta e vince la sfida. La mattina decidiamo di non forzare troppo la
randa e prendiamo una mano di terzaroli. La barca è più stabile e sembra non
perdere molto in velocità. In mattinata per ben tre volte di fila scatta l’allarme
pesca al suono del mulinello che gira all’impazzata e il fishing team -
Federico e Alberto - si precipita verso la canna armato di cintura, alcol (per
uccidere il pesce appena pescato) e sfilettatore. Per tre volte di fila,
tuttavia, la pesca non riesce e il pesce si libera prima di arrivare vicino ad
Anita. Finalmente, verso mezzogiorno si pesca una lampuga di 4-5 chili, ideale
per l’antipasto di sashimi della cena. Federico, Alberto ed Enrico S procedono
alla sfilettatura. Il pranzo è a base di pasta all’amatriciana preparata dallo
chef Renato. Mangiamo in pozzetto. La giornata è bella e si comincia a sentire
l’aumento della temperatura dato dalla più bassa latitudine. Musica, sole, il
clima su Anita è positivo e rilassato. Attendiamo tutti i dati delle posizioni
relative che Pietro in pozzetto elabora ormai tutti i giorni con pazienza
inserendo i dati di latitudine e longitudine di ogni barca sulla mappa con
colori diversi a seconda della classe. Dal
pozzetto le richieste sono continue: “Allora, come siamo messi? Dov’è
Testarossa? Dov’è Alesea?”, e così via. Edoardo Tacchini, amico di Alberto, ci
fornisce qualche anticipazione preziosa via satellitare. Alla fine Pietro esce
a mostrare la carta. Siamo ancora primi nella nostra classe e sedicesimi nella
cruising. Abbiamo però due barche della nostra stessa classe, entrambe più
grandi di noi, che ci tallonano e sono molto vicine: Starling, un clipper di 60
piedi, e Lorraine, un Sun Odissey 54. Entrambe hanno seguito una strategia di
regata simile alla nostra e sono scese a sud a cercare il vento. Con questo
vento superiore a venti nodi è probabile che viaggino anche più veloci. Ce ne
rendiamo conto quando avvistiamo Starling a circa cinque miglia dalla nostra
poppa. Riesce a poggiare anche più di noi e molto lentamente si avvicina.
Enrico M è tranquillo, quando il vento scenderà isseremo nuovamente il gennaker
tangonato e li passeremo. Insomma, la competizione è aperta: Anita è ancora in
testa ma Starling e Lorraine ci stanno dando filo da torcere. Intanto su Anita è scattata l’ora del bucato. Federico,
Pietro e Renato lavano magliette, mutande, calzoncini e stendono tutto a prua.
Andrea è un po' infastidito: “Anita è una barca di classe e non può esserci il
bucato stesso sulla battagliola alla bella Napoli!”. In tarda mattinata Andrea, Alberto e Renato si fanno una
doccia calda nella cabina di prua. Federico, il nonno del gruppo, da loro una
lezione da vero uomo: si versa due secchiate di acqua salata a poppa nel
pozzetto, si lava i capelli e poi doccetta dolce per sciacquarsi. Fratelli
Sironi umiliati. Il pomeriggio pisolino generalizzato. Dormono tutti tranne
Alberto, intento a scaricare il file grib del meteo, e Pietro, di turno al
timone. Nel pomeriggio il vento è leggermente calato e decidiamo di togliere la
mano di terzaroli. Anita riprende a correre veloce planando sulle onde con
punte a 14 nodi. Nell’operazione si danneggia il carrello del fiocco. Enrico M,
Alberto, Federico e Pietro vanno a prua a lavorare per cercare di aggiustarlo.
Andrea riprende chi di loro è senza giubbotto e non è legato e raccomanda a
tutti di non recarsi mai a prua senza essere ben legati. Alla fine la
riparazione non riesce ed Enrico M predispone una soluzione di emergenza con
una cima che funge da carrello. — Andrea |