Puerto Velero: il marina fantasma

Refola
Alessandro Nodari
Tue 12 Feb 2013 17:13

10:56.60N 75:08.47W

Il 12 febbraio partiamo all’1 di notte, come da programma.

Al momento di registrare la partenza sul libro di bordo, nello scrivere il LOG iniziale mi accorgo che, nelle 39 ore di sosta nella baia Garyca, il GPS ha calcolato 7 M percorse con il brandeggio, a testimonianza di quanto abbiamo girato con le raffiche provenienti da tutte le direzioni!

Appena fuori dalla baia ci rendiamo conto che il vento non è calato per niente, anzi con il passare del tempo rinforza, con uno straccetto di genoa a prua la velocità media è 8,5 kn, segno che il vento apparente è sui 25-30 kn; il mare monta a poppa, le onde sono corte e ripide, alcuni treni di onde arrivano ad altezze di  4-5 mt dietro la poppa e rompono la cresta in avanti, per fortuna al nostro pozzetto centrale arrivano solo spruzzi, ogni tanto,  comunque per la prima volta da quando navighiamo su Refola indossiamo la cerata; un paio di volte le onde spostano lateralmente la poppa e traversano la barca, facendola ruotare di 45° sul fianco: il pronto intervento sul timone, disinserendo il pilota automatico, evita che l’onda successiva la inclinasse ulteriormente.

Nei collegamenti radio che abbiamo avuto con altri navigatori, tutti ci hanno messo in guardia sulla pericolosità di questo tratto di mare ed in effetti non avevano torto.

Aggirata la foce del Rio Magdalena, l’onda comincia finalmente a diminuire; l’acqua del fiume spinta sottovento rende il mare color caffelatte. Alle 9.00, in anticipo di 2 ore sull’arrivo presunto, siamo già a 2,5 M dall’atterraggio; la visibilità non è buona perchè abbiamo il sole davanti, i fondali sono già bassi (10-12 mt), il vento continua a soffiare a 20-25 kn. Una lunga e bassa striscia di  terra ci si presenta davanti come creata dai detriti del fiume; in un primo momento penso di cambiare rotta e cercare un altro posto più a sud, poi avvicinandoci ulteriormente vediamo l’acqua piu’ avanti perdere quel poco rassicurante  colore marrone … aggiriamo a sud la lingua di terra, a bassa velocità ed attenti ai fondali segnati dall’ecoscandaglio, e ci troviamo in una vasta baia, larga quasi 2 miglia (altro che il piccolo promontorio della C-Map!!!!), che non ha alcuna somiglianza a quanto segnato sulla carta nautica acquistata a Bonaire, con ultima revisione novembre 2012!!!!

Ma le sorprese non finiscono qui: dopo circa 1 M risalendo verso NE la baia, troviamo un moderno marina, grossi pali cilindrici in acciaio, pontili galleggianti, c’e’ anche una barca a vela ormeggiata. Non crediamo quasi ai nostri occhi, ma non è un miraggio … e noi che stavamo per cambiare rotta!

Alle 9.30 ormeggiamo dunque al Marina Puerto Velero, non senza difficoltà perchè il vento soffia ancora a 25 kn; veniamo a sapere dal direttore che il marina è aperto da 3 mesi, si tratta di un progetto ampio e ambizioso che comprende un resort, 4 ristoranti, scuola di vela, bungalow e altri servizi, per ora solo in parte realizzati; ne e’ proprietaria una società privata mista spagnola-colombiana. Il personale e’ gentile e molto collaborativo, i prezzi modici (promozione di avvio: per noi 38 euro per una notte, senza prendere acqua ne’ elettricita’). Abbiamo consigliato al direttore di far sapere ai produttori di carte nautiche elettroniche (C-Map, Navionics etc) l’esistenza del marina, nel frattempo noi ne segnaliamo il sito:  http://www.marinapuertovelero.co .

Alessandro

 

Alba del 12 febbraio 2013, vento (e onde) in poppa

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Martina con la cerata, insolito abbigliamento su Refola

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Il Marina Puerto Velero (in allestimento, vuoto perche’ sconosciuto)

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