NUOVA CALEDONIA - BONNE ANSE - PORT MOSELLE

Refola
Alessandro Nodari
Mon 21 Sep 2015 03:39
22:16.19S 166:25.74E
Da una settimana siamo in Nuova Caledonia! Scusandoci del ritardo, riprendiamo il racconto .
Eravamo all'ultimo giorno della traversata dalle Fiji, il 12 settembre.
Dopo miglia e miglia senza incontrare anima (o barca) viva, nel pomeriggio del 12 raggiungiamo e superiamo una barca che procede nella nostra stessa direzione. Dal sistema AIS vediamo che la barca si chiama Scoot e la chiamiamo al VHF: risponde Catherine, ci dice che è partita da Suva il giorno prima di noi, facciamo due chiacchiere veloci, poi ci salutiamo con un arrivederci a Noumea o in qualche ancoraggio.
Dalla mezzanotte il vento inizia a calare fino a stabilizzarsi nelle prime ore del mattino del 13 sui 12-13 nodi. Alle 7.30 siamo alla pass di Havannah; nonostante la massima di marea già passata (era alle 6.50) troviamo ancora una corrente entrante di circa 2 nodi, che ci fa volare dentro a 9 nodi di velocità. La pass è molto ampia e segnalata, e proseguiamo sull'allineamento di 247° su due coni bianchi posizionati molto in alto, sull'altura di Capo Ndoua.
Alle 9.30 entriamo nella grande baia di Prony e ci dirigiamo nella sua parte SE, la Bonne Anse, dove ancoriamo su un fondo di sabbia e coralli bassi, profondità sui 12 metri (22°23.079'S 166°53.845'E). Acque ferme e limpide, ma davvero fredde ... rinuncio al rituale bagno per controllare l'ancora.
Un riposino, e poi festeggiamo il nostro atterraggio in Nuova Caledonia stappando una bottiglia di Cartizze. È stata una traversata buona e veloce: 670 miglia in 3 giorni e 20 ore, velocità media 7,28 nodi.
Lunedì 14, dopo una bella dormita, riprendiamo la navigazione.
Da Bonne Anse abbiamo circa 30 miglia, sempre all'interno della barriera corallina, fino alla capitale Noumea, unico porto di ingresso in Nuova Caledonia. Allo scopo di evitare ispezioni a bordo, il nostro amico Gerard di Cassiopea ci ha consigliato di arrivare verso le 17, ancorare fuori del marina, avvisare via VHF il Port Control che ci sarebbe recati a terra il giorno dopo. Così, per non essere in anticipo, facciamo una sosta a Ilot Baylli, riserva di pesca dove però è consentito l'ancoraggio degli yacht: posto bello, isola deserta, fondo di sabbia sui 9-10 metri (22°18.191'S 166°34.436'E).
Quando è ora di muoverci, poco dopo le 15, il vento è rinforzato sui 20-22 nodi da SE e si è alzata un po' di maretta. Alle 17 entriamo nel grande porto naturale di Noumea: ad est e ad ovest dell'ingresso due ampie aree di ancoraggio sono delimitate da croci di Sant'Andrea gialle, a nord si trova il porto commerciale, ad est il marina Port Moselle.
Numerosissimi gavitelli privati, quasi tutti occupati, occupano la gran parte dell'area di ancoraggio,
il che ci costringe a calare l'ancora nel canale di transito. Col vento da sud est, e scorrendo 50 metri di catena, riusciamo a posizionarci all'interno dell'area di ancoraggio ovest, ad una decina di metri dalle barche alla boa. Il fondale di fango duro, eccellente tenuta, è sui 13 metri (22° 16.656'S 166°25.746'E). Dobbiamo solo stare attenti ad eventuali giri di vento, perché ci troveremmo proprio nel canale di traffico delle navi, e non sarebbe carino.
Lilli chiama Port Moselle sul canale 67 VHF, annunciando il nostro arrivo dalle Fiji; il nostro interlocutore dopo alcune domande sulla provenienza e sulle dimensioni della barca, ci invita ad entrare nel marina, ma noi rispondiamo che preferiamo restare fuori all'ancora e presentarci il giorno seguente con i documenti. "Bene - dice - allora a domani!" Tiriamo un sospiro di sollievo: la prima parte del piano suggerito da Gerard sembra aver funzionato.
Il mattino seguente mettiamo in atto la seconda parte: entriamo nel Marina con il dinghy portando con noi, oltre ai documenti ed alla spazzatura, un sacchetto contenente due uova, una cipolla, una testa d'aglio, una patata, un pomodoro, prodotti banditi in Nuova Caledonia che avremmo diligentemente consegnato alla Biosecurity.
Facciamo il giro degli uffici per le pratiche di ingresso: prima l'immigrazione, poi la dogana ed infine la Biosecurity. Tutti si dimostrano gentili ed accoglienti, la dogana non chiede nemmeno se abbiamo qualcosa da dichiarare, come alcool o tabacco, la Biosecurity ci ringrazia di aver portato i prodotti tabù; pare che venire ad ispezionare le barche sia l'ultimo dei loro desideri, insomma tutto semplice e facile, e nessuna tassa da pagare!
Quando torniamo al Marina ci facciamo assegnare un posto in banchina, sullo stesso pontile di Cassiopea, e nel pomeriggio ormeggiamo a pochi passi da Gerard e Cluadine, che andiamo subito a ringraziare per i preziosi consigli.
Noumea è una città moderna, occidentale per intenderci: palazzi, macchine, negozi. Quello che ci delude enormemente è la povertà del sistema di telecomunicazione: non esiste internet veloce, c'è un solo operatore telefonico, NCL Mobilis, che non vende chiavette per collegare il pc alla rete. Il wifi gratuito presente in centro città fornisce connessioni instabili e lentissime, sono bloccate le chiamate audio e video su Skype . in confronto, le povere e disastrate Vanuatu sono avanzatissime!
Il costo della vita è un po' più caro che altrove, soprattutto i prodotti alimentari ed ortofrutticoli, per lo più d'importazione.
Passiamo qualche giorno al marina, dedicandoci ad accurate pulizie della barca, al ripristino della cambusa presso il fornitissimo supermercato Casinò. Chiamiamo un elettricista per controllare l'avviamento motore, che da qualche settimana fa le bizze, tenendoci in ansia ogni qualvolta mettiamo in moto; l'intervento del tecnico non risolve il problema, ma quanto meno sembrano potersi escludere anomalie al motorino di avviamento e alla batteria. Ok, la ricerca e l'apprensione continuano...
Una bella sorpresa è stata la visita di Catherine di Scoot, che avevamo sentito via VHF all'arrivo in Nuova Caledonia: non solo è una bellissima giovane ragazza, non solo è la skipper, ma è anche una navigratrice solitaria, che dopo la sosta qui riprenderà il mare verso l'Australia. Lilli è piena di ammirazione e, devo dire, anch'io.
Decisi a non farci catturare dalle mollezze della vita di banchina, sabato 19 settembre lasciamo il Marina di Port Moselle ed iniziamo il nostro giro nella laguna e nelle isole vicine.