BORA BORA

Refola
Alessandro Nodari
Sat 5 Jul 2014 08:43

16:29.96S 151:45.39W

Sabato 28 giugno, alle 9.30, lasciamo l’ancoraggio di Tahaa e un bel venticello su 10-15 nodi al traverso ci fa raggiungere agevolmente a vela Bora Bora; alle 13.15 gettiamo l’ancora nella baia di Vaitape, 100 metri a nord del primo segnale di allineamento della pass di Bora Bora (16°30.096’S 151°45.181’S).

Le profondita’ sono rilevanti, sui 20-22 metri, ma la tenuta e’ buona; l’ancoraggio e’ comunque strategico perche’ vicinissimo al grosso supermercato Super U, raggiungibile con il dinghy (c’e’ un piccolo moletto per atterrare); sempre con il dinghy si arriva facilmente anche al porto principale di Vaitape.

Proprio in questi giorni iniziano le manifestazioni dell’Heiva di Bora Bora, una serie di competizioni di canti e danze nei costumi tipici polinesiani, cui partecipano le varie località dell’isola, per designare il gruppo che partecipera’ al gran finale di Tahiti, nella seconda metà di luglio. In prossimità del porto e’ stata allestita l’arena, su sabbia naturalmente, con tanto di tribuna per gli spettatori; intorno una serie di ristorantini che ogni anno vengono allestiti appositamente per l’evento, interamente in legno, con le foglie di palma intrecciate, molto curati nei minimi particolari, con personale gentile ed accogliente e musica dal vivo. Consultato il calendario delle serate, decidiamo che lo spettacolo di mercoledi’ 2 luglio sara’ nostro!

Domenica 29 ci spostiamo nella parte est dell’atollo, il percorso e’ segnalato da beacon e cardinali, ma la cartografia indica che in due punti il fondale si riduce a  2,75 metri; probabilmente si tratta di qualche testa di corallo isolata, perche’ in realta’ noi non troviamo profondita’ inferiori a 3,15 metri.

Ci sono due ancoraggi che meritano una sosta, il primo si trova lungo una fascia 0,6 miglia ad est della punta Tianoa, su fondale di sabbia di 3-3,5 metri; da qui con il dinghy si arriva  facilmente Punta Tuiahora e fare snorkeling sulla “Fossa delle mante”.

Questo sito, adiacente al beacon verde di Punta Tuiahora, e’ famoso perche’ le grosse mante vengono qui a fare la propria “igiene dentale”: si muovono sinuose a pochi metri dal fondo, con la bocca spalancata, mentre piccoli pesciolini vi entrano ed escono, ripulendole da ogni traccia di cibo.  A differenza dell’anno scorso, questa volta siamo fortunati e riusciamo a vedere due mante gigantesche, bellissime; le foto ed il video (che potete vedere su youtube http://youtu.be/ywotBrfF3sU) rendono solo in parte la magia dell’atmosfera del luogo, anche perche’ la profondita’ di 15-20 metri impedisce un adeguato avvicinamento.

Il secondo ancoraggio si trova nell’angolo a NW della parte terminale del Motu Piti Aau, fondale di sabbia su 3-4 metri (16°31.966’S 151°42.360’W).

Da questo ancoraggio con il dinghy si raggiunge il reef esterno a sud di Taurere, meta usuale di escursioni turistiche con barche locali. Anche noi ci avviciniamo incuriositi, prendiamo una delle piccole boe, e ci godiamo lo spettacolo: le guide lanciano in acqua cibo, che attira in pochi istanti molte mante e decine e decine di squali pinna nera, di circa un metro e mezzo, mentre i turisti in acqua, eccitati, fotografano la scena.

Ma dopo la fortuna con le mante e gli squali, la legge del contrappasso vuole che due vicende negative vengano a romperci le uova nel paniere: il furto della canna da pesca nella notte ed il guasto al dissalatore il mattino seguente.

Per la canna, pazienza! abbiamo una tale scorta di pesce, che non ne sentiremo per il momento la mancanza. Abbiamo sentito che altre barche hanno subito furti a bordo, percio’ … meglio non lasciare in vista oggetti che fanno gola! Per il dissalatore invece la faccenda e’ seria, e fino a che non sara’ riparato dovremo fare economia di acqua, oltre a comprarne una scorta in bottiglia. Il problema sembra di natura elettrica, ma non ne ho ancora trovato l’origine; per ora sono in contatto mail con il tecnico italo/francese e questo mi fa sperare in una soluzione positiva.

Martedi’ 1 luglio torniamo ad ovest di Bora Bora, nel nostro ancoraggio preferito: a NW dell’isolotto Toopua, su un fondale sabbioso di 8-10 metri con poche patate (16° 30.554’ S 151° 46.220’ W). La baia e’ ridossata per i venti da est a sud e totalmente protetta dall’onda.

Mercoledi’ 2 luglio torniamo in prossimità del paese di Vaitape, perche’ la sera ci attende lo spettacolo dell’Hueva: fortunatamente troviamo una boa libera proprio vicino al pontile del Maikai Marina (16° 29’ S 151° 45’ W), che ha un bel ristorante, ospita un centro di diving, e gestisce una decina di boe, in un’area segnalata con divieto di ancoraggio per il passaggio di cavi sottomarini. Essendo cosi’ vicini a terra, con una lunga cima dalla boa portiamo la poppa in banchina, dove il fondale e’ sui 12 metri; abbiamo acqua ed elettricita’, nonche’ un ottimo segnale wi-fi gratis. I costi delle boe sono 2000 PF per la prima notte e 1000 PF per le successive (16 ed 8€ rispettivamente); noi paghiamo 3500 PF forfettari per due notti, compreso elettricità ed acqua. Da segnalare inoltre la presenza preziosa di Teiva, responsabile del Marina, una persona estremamente gentile, disponibile e competente. 

Alla sera con una breve passeggiata raggiungiamo il porto, dove e’ allestita la festa dell’Heiva: esaminati i vari ristoranti, all’unanimita’ scegliamo quello di “Irene”, che ci  ispira simpatia e ci colpisce per i colori e per l’arredo. Ceniamo egregiamente con una spesa di circa 15€ a testa!

A seguire, lo spettacolo di canti e danze e’ entusiasmante: due gruppi si avvicendano nell’ arena al suono di percussioni ed ukulele (sorta di mandolini), circondati da una platea gremita di turisti e locali.

Non potevamo mancare una sosta al “Bloody Mary”, storico ristorante di Bora Bora: giovedi’ 3 con il dinghy percorriamo le 2 miglia che ci separano dal ristorante sul lato sud della baia Povai. Purtroppo a meta’ strada siamo investiti da un temporale ed arriviamo fradici … facciamo buon viso e gustiamo un pranzetto cucinato e servito con maestria. Non essendo sera, non possiamo apprezzare completamente la fama del locale, la cui particolarita’ - a cena -  e’ che tutto il menu viene esposto in bella vista, ma rimaniamo comunque soddisfatti.

Concludiamo la giornata con un passaggio in Gendarmeria, dove formalizziamo l’uscita dalla Polinesia Francese, via Maupiti e Mopelia; venerdì 4 luglio lasceremo definitivamente Bora Bora, che gia’ l’anno scorso avevamo soprannominato la regina delle isole della Societa’ e che, per noi, rimane tale.

Alessandro

 

Cena chez Irene

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Un momento dello spettacolo di danze e canti polinesiani

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Pranzo (bagnati) al Bloody Mary

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