San Cristobal

Refola
Alessandro Nodari
Sun 14 Apr 2013 22:45

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Di sicuro la cosa che ci ha colpito di piu’, a San Cristobal, sono le innumerevoli otarie (sea-lion, leoni marini) che sono praticamente dappertutto: in acqua nel porto, sulla spiaggia, sui pontili, sopra le panchine del lungomare. Giusto per darvi un’idea, un po’ di foto…

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Le otarie sono abituate alla presenza umana e sembra quasi a volte che si mettano in mostra per far vedere il meglio di se’ …

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Sono abilissime ad arrampicarsi su barche e gommoni, e anche i gradini di poppa di Refola sono stati “occupati” tutto il tempo da questi pigri, puzzolentissimi ma simpatici animali. Ecco le nostre ospiti (notare lo sbarramento che abbiamo messo a protezione del pozzetto)

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Nella baia di Porto Baquerizo ancorano sempre 2 o 3 piccole navi per turisti, provenienti dalle altre isole: grandi gommoni fanno la spola per portare a terra decine e decine di persone, che proseguono il loro tour con pulmini o barche locali intorno all’isola, percio’ c’e’ un discreto via vai di gente …

La cittadina di Puerto Boquerizo Moreno ha un paio di vie principali, piene di ristorantini, negozi di articoli da regalo e piccole agenzie che organizzano tour e diving.

Mentre le strade vicino al porto sono ben lastricate e con molti lavori di manutenzione, la rete viaria e’ pochissimo sviluppata fuori dal centro abitato: copre solo 1/3 dell’isola, la parte sud-est, ed e’ per lo piu’ sterrata.

C’e’ un mercato della frutta-verdura, dove si trova la (limitata) produzione locale, mentre  alcuni prodotti d’importazione sono venduti a prezzi esorbitanti (1 mela da 4-5 cm di diametro ½ $), e piccoli market con prodotti base.

Domenica 14 aprile concordiamo con Pablo (un altro agente per le pratiche di ingresso, che ci e’ parso persona corretta e competente, conosciuto in loco, cell. 0980040979) un tour dell’isola, al prezzo di 30 $ cad, comprendente anche il pasto; a bordo di un taxi pick-up (l’autista e 3 di noi seduti dentro, 2 fuori nel cassone) percorriamo tutte le strade dell’isola.

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L’interno dell’isola e’ molto verde: grandi distese di piante di guaiava, un frutto esotico dal profumo intenso, usato per lo piu’ per fare succhi (a sentire il nostro autista che ci fa da guida, sembra che non lo raccolgano piu’, se non il quantitativo per uso locale, il resto cade e marcisce per terra), e poi coltivazioni di banane, limoni e mandarini.

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Visitiamo un sito protetto per le tartarughe di terra, ne vediamo alcune giganti, sicuramente centenarie; in questo sito le uova di tartaruga, prelevate prima della schiusa, vengono poste in incubatrice, poi le piccole nate sono allevate in apposite gabbie per i primi 3 anni di vita, al riparo dai predatori naturali: solo quando sono diventate finalmente piu’ robuste  vengono messe in liberta’, all’interno di questo ambiente comunque protetto.

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Passiamo un’oretta alla spiaggia della “loberia” (il nome deriva da lobo, leone marino in spagnolo); era stata molto apprezzata dai nostri amici della Boheme, che ci hanno scritto di aver nuotato in mezzo ad otarie, tartarughe ed iguana marini. Noi, in regime di bassa di marea, vediamo solo qualche otaria … in assenza di altri animali, ci accontentiamo dello spettacolo (davvero bello) offerto da onde alte un paio di metri che si frangono sulle scogliere all’esterno della baia.

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La sera ritiriamo dal nostro agente Bolivar lo “zarpe” di uscita, pronti a salpare lunedì 15 aprile per l’isola Santa Cruz.

Alessandro

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