Isla del Coco

Refola
Alessandro Nodari
Sun 7 Apr 2013 13:01

05:33.16N 87:02.51W

Mercoledi’ 3 marzo, alle 14.30, salpiamo da Puerto Armuelles, dopo aver fatto scorta di frutta e verdura, aver timbrato sui passaporti l’uscita ed aver reso omaggio all’amico Omar.

A motore le prime 16 miglia per arrivare alla Punta Burica con un po’ di vento sul naso, e poi, proprio quando raggiunta la punta avremmo potuto poggiare verso SW, rotta 240°, il vento e’ calato del tutto e quindi … ancora motore.

In questa tranquilla navigazione, abbiamo a bordo un vice-skipper:

Morale un po’ basso, perche’ abbiamo da 1 a 2 kn di corrente contraria e la velocita’ media a 2000 g/m non supera i 4-4,5 kn; abbiamo la carena sporca che anch’essa ci penalizza di 1 kn; in qualche tratto non riusciamo a fare piu’ di 3.8 kn.

A completare il quadro, di notte temporali continui e lampi tutto intorno.

Solo nei pomeriggi riusciamo a fare 4-5 ore a vela, giusto per far respirare il motore, con una velocita’ variabile tra 2 e 4 kn; per fare 315 M abbiamo impiegato 3 giorni, con 60 ore di motore! 

Ci siamo chiesti se non sarebbe stato meglio da Panama andare diretti alle Galapagos: in realta’ la scelta di navigare sulla costa ovest di Panama e’ stata azzeccata, siamo stati in baie ed isole disabitate, in un enorme parco marino dove è vietata la pesca, acqua calda e pulita, tanto pesce, a confronto il tanto nominato Arcipelago di Las Perlas puo’ andare a nascondersi.

I nostri amici francesi di Bellissima, che hanno scelto di andare diretti a Galapagos, hanno  “tribulato” altrettanto con vento e corrente; abbiamo sentito anche Marzia ed Alessandro che erano fermi a Las Perlas in attesa che arrivasse un po’ di vento; tutto sommato l’alternativa non ci avrebbe riservato una sorte migliore, mentre in compenso noi abbiamo visitato e conosciuto qualcosa di piu’.

Alle 11.00 di sabato 6 aprile arriviamo all’isola del Coco, baia Chatham, ad attenderci il gommone dei ranger, che ci fanno segno di prendere la boa.

I ranger salgono a bordo per il controllo dei documenti; non avendo il permesso di navigazione, ne’ i timbri di ingresso in Costa Rica, siamo gia’ preparati a dichiarare la solita “emergenza” (ahime’, vera!): mancanza di vento, scarsita’ di gasolio…, loro con gentilezza ed altrettanta fermezza ci spiegano che:

-per sostare all’isola del Coco ci vuole un permesso che va formalizzato in Costarica.

-per situazioni di emergenza ci si puo’ fermare 8 ore, aumentabili fino alle 6 del mattino successivo.

-non è possibile fare il bagno, nemmeno intorno alla barca (e’ pericoloso per la presenza degli squali), solo con la guida e con il permesso del parco si possono visitare alcuni specifici siti, meno pericolosi,

-si puo’ andare a terra con il tender, ma solo sulla spiaggia, senza fare i turisti in giro per l’isola,

-in compenso per questa breve sosta non dobbiamo pagare nulla

-se abbiamo veramente necessita’ di gasolio, c’e’ una barca nell’altra baia che lo vende.

Dopo la visita dei ranger, il caldo opprimente ci fa sfidare il pericolo squali e ci gettiamo in acqua per un bagno ristoratore (non tutti, Erna e Lilli resistono al caldo e non sfidano gli squali).

Facciamo una visita a terra dove c’e’ la stazione dei ranger (stile rambo, immortalato nella foto qui sotto), acqua dolce e fresca scende dalla collina ricca di vegetazione, approfittiamo per fare una piccola scorta da portare in barca.

Refola e’ in buona compagnia…

 

 

La nostra visita all’isola del Coco termina qui, domani mattina presto si riparte, finalmente con destinazione Galapagos (420 M).

Alessandro