Anita day 5 - 21:02.35N 26:02.12W

Anita Blog
A.Sironi / E. Malingri
Fri 30 Nov 2018 05:43

Day 5

La notte è tranquilla. Il vento è intorno ai ventidue nodi, con punte a 27-28. Le onde sono piuttosto alte e Anita plana raggiungendo velocità elevate. Si scatena la gara fra chi riesce a raggiungere la velocità più alta. Il turno di Renato e Federico supera i 15 nodi in planata su un’onda molto alta e vince la sfida. La mattina decidiamo di non forzare troppo la randa e prendiamo una mano di terzaroli. La barca è più stabile e sembra non perdere molto in velocità.

In mattinata per ben tre volte di fila scatta l’allarme pesca al suono del mulinello che gira all’impazzata e il fishing team - Federico e Alberto - si precipita verso la canna armato di cintura, alcol (per uccidere il pesce appena pescato) e sfilettatore. Per tre volte di fila, tuttavia, la pesca non riesce e il pesce si libera prima di arrivare vicino ad Anita. Finalmente, verso mezzogiorno si pesca una lampuga di 4-5 chili, ideale per l’antipasto di sashimi della cena. Federico, Alberto ed Enrico S procedono alla sfilettatura.

Il pranzo è a base di pasta all’amatriciana preparata dallo chef Renato. Mangiamo in pozzetto. La giornata è bella e si comincia a sentire l’aumento della temperatura dato dalla più bassa latitudine. Musica, sole, il clima su Anita è positivo e rilassato. Attendiamo tutti i dati delle posizioni relative che Pietro in pozzetto elabora ormai tutti i giorni con pazienza inserendo i dati di latitudine e longitudine di ogni barca sulla mappa con colori diversi a seconda della classe.  Dal pozzetto le richieste sono continue: “Allora, come siamo messi? Dov’è Testarossa? Dov’è Alesea?”, e così via. Edoardo Tacchini, amico di Alberto, ci fornisce qualche anticipazione preziosa via satellitare. Alla fine Pietro esce a mostrare la carta. Siamo ancora primi nella nostra classe e sedicesimi nella cruising. Abbiamo però due barche della nostra stessa classe, entrambe più grandi di noi, che ci tallonano e sono molto vicine: Starling, un clipper di 60 piedi, e Lorraine, un Sun Odissey 54. Entrambe hanno seguito una strategia di regata simile alla nostra e sono scese a sud a cercare il vento. Con questo vento superiore a venti nodi è probabile che viaggino anche più veloci. Ce ne rendiamo conto quando avvistiamo Starling a circa cinque miglia dalla nostra poppa. Riesce a poggiare anche più di noi e molto lentamente si avvicina. Enrico M è tranquillo, quando il vento scenderà isseremo nuovamente il gennaker tangonato e li passeremo. Insomma, la competizione è aperta: Anita è ancora in testa ma Starling e Lorraine ci stanno dando filo da torcere.

Intanto su Anita è scattata l’ora del bucato. Federico, Pietro e Renato lavano magliette, mutande, calzoncini e stendono tutto a prua. Andrea è un po' infastidito: “Anita è una barca di classe e non può esserci il bucato stesso sulla battagliola alla bella Napoli!”.

In tarda mattinata Andrea, Alberto e Renato si fanno una doccia calda nella cabina di prua. Federico, il nonno del gruppo, da loro una lezione da vero uomo: si versa due secchiate di acqua salata a poppa nel pozzetto, si lava i capelli e poi doccetta dolce per sciacquarsi. Fratelli Sironi umiliati.

Il pomeriggio pisolino generalizzato. Dormono tutti tranne Alberto, intento a scaricare il file grib del meteo, e Pietro, di turno al timone. Nel pomeriggio il vento è leggermente calato e decidiamo di togliere la mano di terzaroli. Anita riprende a correre veloce planando sulle onde con punte a 14 nodi. Nell’operazione si danneggia il carrello del fiocco. Enrico M, Alberto, Federico e Pietro vanno a prua a lavorare per cercare di aggiustarlo. Andrea riprende chi di loro è senza giubbotto e non è legato e raccomanda a tutti di non recarsi mai a prua senza essere ben legati. Alla fine la riparazione non riesce ed Enrico M predispone una soluzione di emergenza con una cima che funge da carrello.

Alle 18.30 aperitivo in pozzetto con il sole che tramonta: jamon iberico, grissini e vino bianco. Anita corre verso ovest e il clima nell’equipaggio è molto positivo. Si chiude con sashimi di lampuga e risottino preparato da Enrico M con pentola a pressione.    

Andrea